Ipotermia: la macchina del freddo per i neonati

Ipotermia: la macchina del freddo per i neonati

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La prima cura dell'encefalopatia ipossico-ischemica

Intervista a Paola Mussini (15/4/11)

Nonostante il continuo miglioramento della medicina perinatale, l’evento ipossico-ischemico acuto intrapartum rimane tuttora una delle cause più importanti di morte neonatale e di gravi sequele neurologiche. L’incidenza di tale fenomeno è di 2-4 per 1000 nati vivi e circa il 25% dei pazienti decede nel periodo neonatale. Attualmente numerosi dati della letteratura confermano che le lesioni cerebrali secondarie all’evento asfittico si verificano in almeno due stadi, il più importante dei quali si innesca dopo la rianimazione neonatale e prosegue nelle ore e nei giorni successivi. Sono ormai diversi, negli ultimi anni, gli studi che hanno dimostrato la riduzione degli esiti neurologici dei neonati con asfissia moderata trattati con ipotermia lieve-moderata.

La dottoressa Paola Mussini, ospite di Valeria Dalcore in questa nuova puntata di Una Mela al Giorno, ci spiega come agisce questa macchina e quali prospettive di vita hanno i piccoli colpiti da questa patologia neonatale.

Il trattamento, che prevede la riduzione della temperatura corporea a 32-34°C, deve essere avviato entro 6 ore dall’evento asfittico e proseguito per 72 ore. Il paziente in ipotermia è sottoposto a monitoraggio continuo dei parametri vitali e delle funzioni neurologiche e richiede un’assistenza infermieristica altamente specialistica che può essere prestata solo dopo adeguato addestramento.
L’ipotermia lieve-moderata sembra tuttavia meno efficace nel ridurre gli esiti neurologici dei pazienti con asfissia più grave. Anche sulla base di studi condotti su animali, alcuni autori hanno ipotizzato, per questa categoria di neonati, l’impiego di una ipotermia con temperature corporee più basse.

Dal 2005, nella Terapia Intensiva Neonatale di Mantova, diretta sino al Dicembre 2007 dal Dott. G. Compagnoni, è iniziato uno studio sulla sicurezza della ipotermia profonda impiegata nel trattamento dei neonati con ipossi-ischemia intrapartum moderata-severa. Un gruppo di 18 neonati asfittici sono stati trattati con ipotermia profonda (temperatura rettale compresa tra 30 e 32°C) per 72 ore e gli outcome clinici a breve e lungo termine sono stati analizzati. Tali risultati sono stati inoltre confrontati con quelli ottenuti da due gruppi storici di pazienti asfittici, trattati dagli stessi autori rispettivamente con metodi standard e con ipotermia moderata, presso gli Ospedali Mangiagalli e Buzzi di Milano. I dati ottenuti hanno dimostrato che l’ipotermia profonda è applicabile e clinicamente sicura quanto quella moderata.
Gli esiti neurologici gravi e le lesioni cerebrali, documentate con risonanza magnetica, sono statisticamente minori nei pazienti trattati con ipotermia rispetto al gruppo storico di neonati asfittici non trattati, ma non esistono differenze statisticamente significative tra i due gruppi di neonati trattati con diversi livelli di ipotermia.
Continua presso il Centro di Mantova il follow up clinico dei pazienti trattati, per la conferma della significativa riduzione delle disabilità neurologiche a lungo termine. E’ inoltre in corso una collaborazione con la Patologia Neonatale dell’Ospedale Meyer di Firenze per lo studio di diversi approcci neuroprotettivi combinati tra loro.

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