Musica antica a Mantova

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Ricordando il compositore Lodovico da Viadana (1560-1627)

Pareri Rudi-mentali (del 9/5/09)

Sono rimasto abbastanza colpito, un paio di settimane fa, dalla lettura di un manifesto pubblicitario della rassegna musicale organizzata da l’Ensemble Zefiro titolata “Musica Antica a Mantova”. Scorrendo sul cartellone i vari appuntamenti concertistici, non ho trovato assolutamente nulla della cosiddetta “musica antica”, ovvero di quella produzione musicale che, nelle altre arti, coincide col periodo rinascimentale.
La manifestazione “Musica Antica a Mantova”, al contrario, si riferisce a una serie di concerti dedicati alle celebrazioni di Handel e Haydn, nel rispettivo anniversario di 250 e 200 anni dalla loro scomparsa, ed esplorano il repertorio del Seicento e del Settecentesco.
Prendo comunque spunto da questa presunta rassegna mantovana di musica antica per proporvi un vero compositore di musica antica, poco noto, quasi dimenticato, che compose – tranne in casi eccezionali – soltanto musica sacra.
Un autore nato nei pressi di Mantova, a Viadana: mi riferisco a fra’ Lodovico Grossi, meglio conosciuto come Lodovico da Viadana. Della sua vita si conoscono pochissime notizie. Dovette nascere intorno al 1560. Divenne presto frate dell’ordine francescano. Fu maestro di cappella a Mantova e in altre città della penisola tra cui Fano, Portogruaro, Busseto, Ferrara e Piacenza. Un giorno il musico si ritirò in un convento francescano a Gualtieri, oggi in provincia di Reggio Emilia, a pochi chilometri dalla sua Viadana; e lì si spense il 2 maggio 1627.
Ma perché dovremmo ricordare questo musicista? Perché, anche se poco eseguito e con pochi dischi con le sue composizioni in commercio, è un musicista che si può ascoltare volentieri, artefice di un suono in parte smarrito.
I suoi brani sono contraddistinti da una scrittura (contrappuntistica) sobria, molto controllata, sempre attenta alle esigenze del testo che scortano (e che riflettono le disposizioni del Concilio di Trento in materia di musica sacra).
Un secondo motivo di interesse per il Viadana può venirci dal fatto che molte storie della musica affermano che egli abbia inventato il basso continuo, cioè una sorta di primo sviluppo dell’accompagnamento strumentale alle voci che cantano in polifonia. In ogni caso, anche se non fosse stato lui ad inventare questo metodo, fu sicuramente il primo ad usarlo in maniera diffusa. Anche per questo, quindi, Lodovico da Viadana è giudicato da molti il vero inventore della musica strumentale in senso moderno.
Inoltre, questa tecnica del basso continuo definisce la fine della musica rinascimentale e l’inizio della musica barocca.
Lodovico Viadana, come si conviene a un frate, compose principalmente musica sacra: messe, salmi, magnificat, mottetti e lamentazioni. Ma scrisse anche due libri di canzoni profane e un libro di Sinfonie musicali ad otto voci.
Viadana è quindi oggi da tenere in considerazione per la misura che seppe offrire in ogni brano e per la semplificazione che tentò dell’antico dialogo tra Dio e l’uomo. Quello che un tempo si chiamava semplicemente armonia.
[r.favaro]

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