La pietra miliare di Postumio

La pietra miliare di Postumio

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Indicazioni stradali romane tra Tirreno e Adriatico

Pareri Rudi-mentali (del 16/5/09)

« Spurio Postumio Albino, figlio di Spurio, nipote di Spurio Albino, console. Da Genova 122 miglia. Da Cremona 27 ». Così recita l’iscrizione della pietra miliare che ha più di duemila anni e proveniente da Redondesco (MN) oggi conservata al Museo Maffeiano di Verona. Un miliario che era posto lungo la via romana chiamata Postumia, all’altezza di uno svincolo per Mantova. Esso indica la distanza di 122 miglia da Genova e di 27 da Cremona .
La via Postumia è una strada romana costruita nel 148 a.C. dal console Spurio Postumio Albino, da cui prese ovviamente il nome. Questo tale Spurio junior, figlio di Spurio senior, prese l’appellativo di Postumio in quanto nato postumo alla morte del padre.
E il nome di Postumia prese anche la strada che lui, in qualità di console, fece costruire per congiungere la Liguria con l’alto Adriatico, attraversando tutta la pianura Padana, tutta la cosiddetta Gallia Cisalpina. Partendo da Genova arrivava sino all’importante porto di Aquileia, passando per Tortona, Voghera, Piacenza, Cremona, Calvatone, Goito, Verona, Vicenza, Oderzo e Concordia Sagittaria; tutte località già importanti in epoca romana.
Il segmento di via Postumia che congiungeva Cremona con Verona è in buona parte riconoscibile ancora oggi, in quanto coincide con delle attuali strutture viabilistiche. Lungo questo tratto si incontravano ben tre deviazioni che portavano a Mantova.
Il primo si trovava all’altezza dell’odierno Redondesco, dove appunto era piantato il nostro cippo miliare. Uno svincolo posizionato poco lontano dall’attuale abitato di Calvatone, l’antico Bedriacum, che era un punto nodale delle comunicazioni: lì infatti vi convergevano le vie dal Brennero, da Brescia, da Mantova e Ostiglia, da Brescello e da Parma, nonché il raccordo della via d’acqua del Po tramite l’Oglio.
Proseguendo da Calvatone verso Verona la via Postumia diventava perfettamente dritta e il suo primo tratto coincide con l’attuale strada che punta su Goito passando per Gazoldo degli Ippoliti. Prima di attraversare il Mincio, presso Goito, si incontrava il secondo incrocio che portava a Mantova; si intersecava cioè l’antica strada che congiungeva Mantova con Brescia.
Il terzo snodo per Mantova, invece, si incontrava 10 miglia prima di Verona, dove oggi sorge Villafranca di Verona.
Ma ritornando a Redondesco e alla pietra miliare di Postumio, vi è da dire che, al pari degli odierni cartelli stradali, questa pietra dava indicazioni sulle direzioni e sulle distanze. Distanze misurate in miglia. Qualcuno forse non sa a quanto corrisponde un miglio: il miglio terrestre, che è diverso dal miglio marino, corrisponde circa a 1 chilometro e 600 metri. Ciò significa che il miliario di Redondesco informava i viaggiatori dell’epoca romana che si trovavano a una quarantina di chilometri da Cremona e a circa 200 chilometri da Genova. In altre parole, il viaggiatore antico, che per lo più andava a piedi, con quella pietra miliare veniva informato che, se proseguiva in quella direzione, con altri setto o otto giorni di cammino avrebbe visto il mare.
[r.favaro]

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