Sala degli Addottoramenti parte seconda

Sala degli Addottoramenti parte seconda

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a cura di Maria Vittoria Grassi

Selezione Andar per Mantova (04/03/15)

Riprendiamo nella trasmissione di oggi a parlare del grande complesso gesuitico, compreso nel tratto Via Ardigò Via Pomponazzo e via Dottrina Cristiana, che oggi ospita un centro culturale importante nella nostra città, con il Liceo Classico “”Virgilio””, la Biblioteca Teresiana e l’Archivio di Stato. Di quest’ultimo, purtroppo, è notizia di questi giorni che, nonostante l’enorme ricchezza di materiale documentario in esso contenuto (e quindi l’importanza che tale archivio rappresenta a livello internazionale), ha perso la propria autonomia ed è stato declassato a dipendere dalla Soprintendenza di Milano. Ma di questo ulteriore colpo alla forza propulsiva della cultura a Mantova parleremo in altro momento. Oggi infatti mi sono riproposta di dare un seguito a quanto ho raccontato a proposito della Sala degli Addottoramenti, restaurata e restituita al pubblico all’interno del complesso del Liceo, per procedere ad altre interessanti notizie, questa volta relativa all’area della Biblioteca Teresiana, che, come sappiamo, si trova ad essere attigua e collegata all’ex Palazzo degli Studi. Non saliremo però lo scalone della Biblioteca vera e propria ma ci fermeremo al pianterreno perché, in seguito al recente restauro, sono stati riscoperti e resi utilizzabili locali che hanno una loro interessante storia e che, in particolare, offrono al visitatore una bella piccola sala per incontri e conferenze. E’ un locale di non grandi dimensioni, chiamato, a causa delle decorazioni ritrovate sulle pareti, Sala delle Lettrici, delle Danzatrici e delle Vedute di Mantova. Ma, come sempre, cercherò di andare per ordine, inquadrando i locali di cui si parla anche dal punto di vista della storia. Nel primo Novecento anche i locali a piano terra dell’area che ospita la Biblioteca erano in uso alla Biblioteca stessa e, probabilmente, l’attuale Sala delle Vedute era utilizzata come sala di lettura. Ma sala di lettura per chi? Chi usufruiva di tali locali in un periodo in cui la lettura era sicuramente riservata a non molte persone? e qui la storia si fa decisamente interessante perché, tra il 1902 e il 1925, fu direttrice della Biblioteca Comunale Ada Sacchi Simonetta, una donna intelligente e di idee avanzate, che interpretò il suo ruolo con entusiasmo e forza ideale. Fu Ada Sacchi, infatti, che progettò l’istituzione di una Biblioteca Popolare, che divenne sempre più attiva e frequentata a partire dal 1910 e che fu inaugurata con una grande manifestazione al Teatro Scientifico. L’idea innovativa di questa Biblioteca Popolare , considerata una sezione della Biblioteca Comunale, era di destinarla alla crescita culturale delle “”classi umili””, e funzionò fino al 1920. Essa prevedeva addirittura un’apertura serale, dalle 19 alle 21, per sei mesi all’anno (da novembre ad aprile).

Purtroppo, come tutte le iniziative nuove e considerate progressiste , nel 1922 la Biblioteca Popolare venne chiusa, per motivi “”economici””, con grande amarezza da parte della sua promotrice, Ada Sacchi, che l’aveva pensata e progettata proprio per dare , come lei stessa sottolinea, al popolo “”un’alternativa all’osteria””. Eppure, già nei primi anni la Biblioteca Popolare aveva fatto registrare un grande successo, con 3500 lettori attivi, e ben 4000 opere lette (circa un quarto rispetto ai libri letti nella Biblioteca Comunale). Ecco dunque perché ci si dovette attrezzare, in quel periodo, con l’allestimento, in due fasi successive, di locali al pianterreno, facilmente accessibili alle persone perché direttamente raggiungibili dall’androne d’ingresso del Palazzo. Una prima sala di lettura fu sistemata nel 1913, quindi, nel 1916 – 1917 , si allestirono altri due spazi, dotati anche di una grande stufa per riparare i lettori dal freddo invernale. Come dicevo prima, purtroppo, il progetto di Ada Sacchi naufragò troppo presto, ma la sala ora recuperata come spazio conferenze e chiamata Sala delle Lettrici, delle Danzatrici e delle Vedute coincide con molta probabilità proprio con quella prima sala di lettura che , nell’idea della Biblioteca Popolare, doveva, già nel 1913, promuovere, anche seralmente, il desiderio culturale della classe meno privilegiata.
Ora purtroppo però il tempo tiranno mi costringe a rimandare alla prossima settimana la descrizione di questa bella sala che molti mantovani ancora non hanno avuto la possibilità di vedere. Alla prossima!

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