Elton John “Goodbye Yellow Brick Road” (1973)

Elton John “Goodbye Yellow Brick Road” (1973)

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1. ELTON JOHN "Goodbye Yellow Brick Road"
2. ELTON JOHN "Candle In The Wind"
3. ELTON JOHN "Grey Seal"
4. ELTON JOHN "All The Girls Love Alice"
5. ELTON JOHN "Saturday Night's Alright For Fighting"

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« Anche se questo non è il posto giusto per un dettagliato elenco delle qualità di Sir Elton John (non ultimo perché egli appare sui giornali così regolarmente), si ritiene normalmente che il suo primo album doppio (Goodbye Yellow Brick Road, distribuito nell’ottobre del 1973) sia stato una delle principali pietre miliari nella sua illustre carriera [..]. Questo, come i lettori possono aver dedotto, è un album non comune! » (Nota di John Tobler sul libretto della Deluxe Edition dell’album, pubblicata nel 2003)

Goodbye Yellow Brick Road è il nono album dell’artista britannico Elton John, pubblicato il 5 ottobre 1973. Rappresenta uno dei suoi più grandi successi, artistici e commerciali, ed è considerato da larghissima parte della critica un album fondamentale nella storia della musica

Acclamato da sempre come una delle produzioni migliori e più celebri della rockstar, fu il suo primo LP doppio, anche se originariamente non doveva essere pianificato come tale. Inizialmente si pensò di registrarlo in Giamaica (Elton aveva preso spunto da Goat’s Head Soup dei Rolling Stones), ma a causa di problemi tecnici si optò per lo Chateau D’Hérouville, in Francia (già utilizzato per la produzione di Honky Chateau e Don’t Shoot Me I’m Only the Piano Player), dove le sessioni di registrazione furono ultimate in soli 15 giorni. In tutto il disco ci sono degli sprazzi di genialità che dimostrano l’abilità compositiva di John soprattutto all’epoca, per esempio il brano d’apertura, Funeral for a Friend, arioso pezzo progressive praticamente ineguagliabile, il quale sfocia poi nella scatenata Love Lies Bleeding.

Goodbye Yellow Brick Road potrebbe essere definito un concept album; il titolo è una palese citazione da Il mago di Oz, celebre film di Victor Fleming, e si riferisce all’addio all’innocenza e alla spensieratezza e al passaggio a una fase più matura e più consapevole della vita. Protagonisti delle singole canzoni sono personaggi della vita di tutti giorni con una trama ben delineata, che si uniscono in un’unica vicenda appena si ascolta l’album; effettivamente, Bernie, come ha sempre dichiarato, ha cercato di focalizzare il più possibile l’attenzione sulle immagini e sulle vicende umane, con un testo capace di evocarle e fonderle con la melodia di Elton.

Nel 1973 Elton John era ormai popolare in tutto il mondo, grazie a singoli come Rocket Man, Daniel e Crocodile Rock e ad album come Honky Chateau e Don’t Shoot Me I’m Only the Piano Player. Goodbye Yellow Brick Road non fu originariamente pianificato come doppio LP: l’emergente rockstar temeva che i suoi fan avrebbero potuto trovare il prezzo fin troppo caro. I progetti iniziali inoltre erano quelli di registrare il disco in Giamaica, sulle orme dei Rolling Stones, come disse lo stesso Elton nel librettino che accompagnava To Be Continued: “Dissi ‘I Rolling Stones hanno appena fatto Goat’s Head Soup in Giamaica, andiamo lì'”. Ma Kingston non rappresentava certo il luogo adatto, dato che né l’ambiente, decisamente ostile, né l’attrezzatura per la registrazione (fuori moda) potevano ritenersi adatti. L’atmosfera era molto importante, e quando Elton e la sua compagnia (formata da Bernie Taupin, Davey Johnstone, Dee Murray, Nigel Olsson e dal produttore Gus Dudgeon) arrivarono a Kingston, si era appena svolto il giorno precedente l’importante incontro di boxe fra Joe Frazier e Muhammad Ali (la città era dunque in fermento). In queste incredibili circostanze venne registrata solo una versione frenetica di Saturday Night’s Alright for Fighting, ma essa “suonava come se fosse stata registrata nella peggiore radio transistor”. Inoltre, il paroliere Bernie Taupin aggiunse: “Se ricordo bene, lo studio era circondato dal filo spinato e c’erano individui con addosso delle mitragliatrici”, mentre Elton commentò: “Avevo paura di uscire dalla stanza dell’hotel, perché Kingston in centro era abbastanza paurosa”.

Questo soggiorno infernale, comunque, rese John in grado di comporre la musica di buona parte dell’album: “La maggior parte di quelle canzoni fu scritta in due o tre giorni nella mia stanza d’hotel su un pianoforte elettrico”. Abbandonata precipitosamente la Giamaica, bisognava però recuperare la situazione. Si pensò di tornare al famoso Chateau d’Hérouville: inizialmente, esso era stato chiuso a tempo indeterminato a causa di diversi problemi legali concernenti il possesso dello studio di registrazione; ma dopo il disastro di Kingston era tornato nuovamente disponibile.

Dato che la maggior parte del lavoro di composizione era già stato svolto, in dodici giorni furono registrate più di 21 tracce; si pensò di sceglierne 17 per formare un doppio LP da lanciare sul mercato mondiale. Persino Elton, visto l’enorme potenziale di questi brani, acconsentì alla sua distribuzione.

Dall’album furono estratti quattro grandi singoli: Goodbye Yellow Brick Road, Bennie & The Jets, Saturday Night’s Alright (For Fighting) e la celeberrima Candle in the Wind, dedicata alla tragica morte di Marilyn Monroe (e non a quest’ultima, come sottolinea Bernie Taupin nel DVD The Making Of Goodbye Yellow Brick Road) e riadattata per Diana Spencer nel 1997. Ma non mancavano altri momenti salienti: brani come Funeral for a Friend/Love Lies Bleeding (suite progressive rock della durata di 11:08), The Ballad of Danny Bailey (1909-34), All the Girls Love Alice, Grey Seal, Roy Rogers, Harmony, arrangiati da Del Newman, contribuirono enormemente a fare di questo LP un mito nella storia del rock, definito dal critico John Tobler come “un classico in modo assoluto”.

Il disco rimase in vetta alla classifica statunitense per otto settimane (rimanendo parecchio nella classifica Billboard 200), in cima a quella inglese per due settimane, in Canada per cinque settimane, diventando un successo a livello mondiale (in Italia e Norvegia raggiunse il 5º posto, in Danimarca il 4°, in Svezia il 7°, in Spagna l’8° ed il 9° in Nuova Zelanda). Ha venduto 8 milioni di copie nei soli Stati Uniti (diventando così per otto volte disco di platino e disco più venduto dell’anno 1974); in Australia (primo per tre settimane) è diventato l’album più venduto di tutti i tempi[5]. Nel 2003 la rivista Rolling Stone lo ha inserito al 91º posto nella sua lista dei 500 migliori album. La medesima rivista ne ha inserito due singoli nel 2004 nella sua lista delle 500 migliori canzoni di tutti i tempi (Candle in the Wind al 347º posto e Goodbye Yellow Brick Road al 380°). Nel 2006, anche l’emittente radiofonica Capital Gold ha inserito il disco nella sua lista dei 500 migliori album in classifica (al 138º posto). Infine, è presente nell’elenco dei 100 album che hanno maggiormente influenzato la storia della musica dagli anni cinquanta ai giorni nostri secondo il Time (novembre 2006).

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Oltre a vicepresiedere come si conviene a un vicepresidente, ci guarda dall'alto dei suoi 192 cm. La foto non tragga in inganno.