Maternità e paternità del Festivaletteratura

Maternità e paternità del Festivaletteratura

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Il volontariato attore decisivo

Buona domenica volontaria

Nella giornata conclusiva della ventesima edizione del Festivaletteratura, una lettera dell’allora Assessore alla Cultura del Comune di Mantova, Gilberto Cavicchioli, chiarisce, speriamo per sempre, il dilemma della maternità e della paternità del Festival.

Tutto sarebbe nato da una indagine regionale, commissionata ad una azienda inglese, specialista in marketing culturale, nel lontano 1993.

L’azione dell’allora assessore di inserire Mantova tra i centri in cui sperimentare delle iniziative, coinvolgendo gli operatori più attivi e presenti sulla piazza, ha fatto nascere l’attuale comitato di otto persone a cui poi si sono aggiunti migliaia di volontari.

Ritengo che se è corretto, come scrive Cavicchioli, che sarebbe opportuno ricordare e dare il giusto merito al Comune di Mantova, è altrettanto vero che se l’iniziativa fosse stata pubblica, non ci sarebbero state le schiere di volontari, giovani, meno giovani e anziani, che hanno reso possibile la realizzazione di venti edizioni, sempre più impegnative, anche sul piano strettamente logistico, che poi è quello che permette al mondo di gustare gli eventi.

Se l’aiuto lo chiede una struttura o un Ente pubblico, a cui si crede di aver già dato abbastanza, la risposta dei volontari è meno entusiasta e meno massiccia di quando, a richiedere l’aiuto, è un gruppo di privati, senza finalità di lucro ma di equilibrio finanziario certamente sì.

A risentirci domani. Grazie

@robertostorti

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