Bèi, brüt e sandrón

Bèi, brüt e sandrón

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la partita vista da Ciffo

Belli, perché per buona parte della partita i biancorossi hanno ben giocato, contro i quotatissimi padovani; brutti, perché qualche magagna, a un certo punto, l’han fatta vedere; e “sandroni” (per dire “somari” o sinonimi) perché, a pareggio ormai praticamente raggiunto (al 92′) han buscato il gol partita, su pacchianissimo errore finale.

Dopo un quarto d’ora di padovan dominio, il Mantova si organizza, e al 27’ il bravo Regoli lancia in area Guazzo, che scatta bene ma, ostacolato al momento del tiro, rimedia solo un passaggino al verdognolo portiere Bindi. (clicca sul disegno per ingrandirlo)

Nella ripresa il Padova riparte in tromba, e al 19’ il Tonti portierin mantovano si esibisce in doppia parata salvarete, (1) su tiro dello scatenato Madonna che aveva lasciato sul posto 2 o 3 biancorossi, e (2) sulla ribattuta da due passi d’un tal Alfageme. (clicca sul disegno per ingrandirlo)Al 31’ il De Cenco, lanciato a rete da nonsochi, pur ostacolato dai prodi Vinetot e Tonti, riesce a mandare verso la nostra porta, ma la palla, saltellon saltelloni, colpisce la base del palo. Un biancorosso però era già lì, pronto sulla fatal linea. (clicca sul disegno per ingrandirlo)

Un minuto dopo il brasilian Sodinha, entrato al posto di capitan Caridi, da centrocampo ti pesca Smith (S1) solo davanti all’area, ma il giovin biondino si accentra, e al momento di tirare (S2) è contrato da un difensor padovano: la palla sembra finire almeno in corner ma il Bindi portiere riesce a evitare pure quello. Da notare il bel movimento (G1- G2- G3) di Guazzo, ma Smith ahimè non ne approfittò. (clicca sul disegno per ingrandirlo)

Ed ecco a voi il patatrac finale: lunghissimo lancio dalla difesa padovana, sorpresa dei difensori mantovani, e Alfageme fa gemere Mantova, non all’Alfa, ma all’Omega della partita. È il 92’. (clicca sul disegno per ingrandirlo)

A dirla tutta ci sarebbe stato, subito dopo, un rigore per noi, perché l’atterramento di Regoli in area padovana sembrava proprio reale, ma l’arbitro fu di diverso parere e ti ammonì, beffardo, il povero Regoli. Non ci resta che piangere (e sperar nella prossima).

 

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