Clean Bandit “New eyes” (2014)

Clean Bandit “New eyes” (2014)

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Disco scelto e commentato da Federica Nota, laureata in comunicazione e media

Ascolta il Disco Base della settimana

1. CLEAN BANDIT "Extraordinary"
2. CLEAN BANDIT "Rather Be"
3. CLEAN BANDIT "A+E"
4. CLEAN BANDIT "New Eyes"
5. CLEAN BANDIT "Birch"

Vengono da Londra e sono in quattro; i fratelli Luke e Jake Patterson al basso, batteria e programming, Milan Neil Amin-Smith al violino e Grace Chatto al violoncello (perché ogni band oggi necessita di una sezione d’archi, ovvio). Cosa fanno? Apparentemente un bel pasticcio. Su basi Uk-house – di fortissima tendenza al momento – incastrano strofe e ritornelli pop, featuring rap, sonorità caraibiche, un quartetto d’archi classico, spensieratezza da dancehall e un vasto assortimento di vocalist per ricreare l’atmosfera giusta su ogni singolo pezzo. Del resto l’aria di Londra è piuttosto contaminata, e i Clean Bandit ne sono l’essenza più ibrida in assoluto – hanno assorbito come spugne l’atmosfera dell’università di Cambridge (dove si sono incontrati) e lo studio della musica classica, e poi han mescolato il tutto alla club culture e al carnevale di Notting Hill.
Prendete “Mozart’s House”, per esempio: pulsazione sintetica e voce palleggiante alla Karl Hyde dei tempi di “Born Slippy“, inframezzati da stacchi di violini che ricamano i versi del caro Wolfgang Amadeus. Anche “A+E” inizia come un solenne minuetto, salvo poi trasformarsi in una rihannata con tanto di steel drums e acqua di cocco. Restando sul tema bajan c’è pure “Come Over”, con Stylo G a calzare le scarpe di pitone lucido che furono di Sean Paul.
Poi il crossover si sposta in Francia (?), ed ecco “New Eyes”, ovvero un’impalcatura melodica drammatica come un pezzo degli Air “stuprato” dal feroce toastin’ di Lizzo, e il curioso duetto tra la donna e la macchina daftpunkiana di “Dust Clears”. Con “Up Again” e il nuovo singolo “Extraordinary”, invece, sembra si voglia quasi rincorrere il fortunato pop da classifica di Ellie Goulding. “Telephone Banking”, poi, riesce addirittura nell’intento di far pensare contemporaneamente sia a Pitbull che a Manu Chao. E per finire, l’umbratile art-pop alla Lykke Li di “Birch” e un “Outro Movement III” che è praticamente un Gran Concerto registrato in sala giochi.
Difficile fare previsioni sul futuro di un combo strampalato come i Clean Bandit. I quattro non mancano certo di talento, e nonostante sembrino spuntati letteralmente dal nulla, hanno già alle spalle lunghi anni di gavetta, tra rifiuti e promesse mancate da parte di un’industria che fino a poco fa non aveva riposto alcuna fiducia in loro (poi un singolo si è incollato in vetta alla chart inglese per un mese di fila, e magicamente tutto è cambiato). L’obliquità della loro proposta, però, potrebbe anche trasformarli in una meteora passeggera. Staremo a vedere. Di certo, al momento, non c’è nessuno che fa quel che fanno loro.
C’è troppa carne al fuoco in “New Eyes” per gridare al miracolo, ma il suo ascolto è piacevole, ed è sicuramente un disco dance molto curioso (corredato per giunta da una serie di eccellenti video che potete spulciare su youtube). “Rather Be” è stato il tormentone dell’estate in tutta Europa, e se continua di questo passo presto ci troveremo tutti ad andare al mercato del pesce in motorino per effetto incondizionato. Però bisogna ammettere che anche quello è un brano piuttosto piacevole.

Damiano Pandolfini

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Oltre a vicepresiedere come si conviene a un vicepresidente, ci guarda dall'alto dei suoi 192 cm. La foto non tragga in inganno.