Basta la rivendita di alcolici a rendere insicure parti di città?

Basta la rivendita di alcolici a rendere insicure parti di città?

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Buon sabato sobrio

Da quando, al posto del primo grande magazzino che si chiamava UPIM, c’é un supermercato aperto 24 ore su 24, la zona centrale di Piazza Cavallotti é diventata meta di alcolisti non anonimi che hanno cambiato il volto di quella parte di città.

E’ innegabile la coincidenza con i due eventi che hanno favorito il degrado non solo dei portici a cui si affacciano le entrate del supermercato, ma anche il declino economico delle abitazioni e degli immobili dei dintorni.

E’ bastato garantire vinaccio in scatola e birre di dubbia fattura per cambiare una parte di Mantova?

Il fenomeno dei dipendenti da alcol che circondano i luoghi di distribuzione, si manifesta anche davanti e attorno ad un altro supermercato cittadino dietro la rotonda di S. Lorenzo, per cui, l’origine, oltre alla ormai diffusa accettazione dello sballo alcolico nei fine settimana, deriva proprio dalla facilità di rifornimento a prezzi economici.

In Svezia e Finlandia, dove il problema dell’alcolismo si é presentato con qualche decennio di anticipo rispetto a noi, dove si ripresenta dopo essersi un po’ ridotto rispetto al primo dopoguerra, il confinare la vendita in un unico punto delle città, ha prodotto lo stesso risultato di piazza Cavallotti e Via Giustiziati.

Il problema non é solo nei punti vendita ma nella accettazione sociale dello sballo alcolico che, come succede da noi, degrada non solo l’essere umano ma ciò che lo circonda.

A risentirci, o a rileggerci, alla prossima occasione. Grazie

@robertostorti

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