Referendum Lombardo: aria fritta, costata milioni al metro cubo

Referendum Lombardo: aria fritta, costata milioni al metro cubo

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Buon giovedì pragmatico

Le scelte politiche ci hanno abituato, o incanalato, a guardare all’effimero presente più che al risultato da raggiungere o raggiunto.

Prendiamo il Referendum Lombardo del 22 ottobre 2017, con i suoi tablet che dovevano andare in dotazione alle scuole e invece, adesso, si é alla ricerca di un capannone enorme per ricoverare quelli rimasti.

Le scuole, infatti, non sgomitano per ricevere un fermaporte, perché, dato il sistema operativo bloccato, quella sarebbe la fine del tablet votante.

Ma lasciamo stare la polemica sul primo voto elettronico, che alla luce di quanto succede attualmente, ha una livello di segretezza vicino al nulla e, concentriamoci, invece, sull’effetto pratico di questa consultazione senza effetti conseguenti.

E’ successo che il Presidente e i tecnici Lombardi, si sono trovati con il Presidente e i tecnici della Regione Emilia, che non ha fatto nessun referendum, riaparmiando dai 30 ai 50 milioni di Euro e sono andati tutti assieme a confrontarsi con il Governo per discutere.

Siamo a questo punto.

Aria fritta che costa milioni al metro cubo.

A risentirci, o a rileggerci, alla prossima occasione. Grazie

@robertostorti

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