Led Zeppelin “II” (1969)

Led Zeppelin “II” (1969)

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In onda tutte le sere alle 20e15 - 22e15 - 00e15

Ascolta il Disco Base della settimana

1. LED ZEPPELIN "Whole Lotta Love"
2. LED ZEPPELIN "The Lemon Song"
3. LED ZEPPELIN "Thank You"
4. LED ZEPPELIN "Heartbreaker"
5. LED ZEPPELIN "Moby Dick"

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A causa delle pressioni della casa discografica, Led Zeppelin II venne registrato in fretta durante le pause di un tour. Per questo motivo, il gruppo ebbe l’occasione, come per Led Zeppelin, di riscoprire e rielaborare riff presi da brani dei bluesmen Willie Dixon e Howlin’ Wolf. La critica trovò terreno fertile per accusarli di plagio e infatti i Led Zeppelin dovettero affrontare varie cause in tribunale. Ma la forza dirompente dell’album, forse il più duro e aggressivo del gruppo, trainata dalla celebre Whole Lotta Love, andò oltre le accuse della critica: in poco tempo Led Zeppelin II divenne un album leggendario, decretando definitivamente la nascita dell’hard rock.
L’album raggiunse la prima posizione nella Billboard 200 per sette settimane, nella UK Albums Chart, in Australia, Canada, Spagna, Olanda e Germania, la seconda in Norvegia, la terza in Francia e l’ottava in Giappone.
Canzoni
Il disco si apre con Whole Lotta Love, una delle grandi canzoni della storia del rock, con l’inconfondibile riff di Jimmy Page. La canzone ha un complesso intermezzo strumentale (che ricorda le sonorità dei primi Pink Floyd) in cui Robert Plant imita un orgasmo; d’altronde, il testo di Whole Lotta Love è pieno di allusioni sessuali. What Is and What Should Never Be è un pacifico blues, a cui segue la più scabrosa The Lemon Song, che contiene il famoso e lunghissimo assolo di basso di John Paul Jones (il limone è un’allusione all’organo genitale maschile), rielaborazione rock di Killin’ Floor di Howlin’ Wolf. Nel bel mezzo di un disco hard rock c’è posto anche per la delicatissima Thank You, ballata permeata dall’organo di John Paul Jones e dedicata da Robert Plant alla moglie. Heartbreaker invece riporta il disco sui canoni hard: è un altro brano leggendario, con un altro celebre riff e un ispirato assolo di Page (Eddie Van Halen perfezionò la sua nota tecnica chitarristica con l’intento di rendere più semplice l’esecuzione di tale assolo). Segue l’altrettanto travolgente Livin’ Lovin’ Maid (She’s Just a Woman). Ramble On (ennesima pietra miliare del rock) è d’ispirazione tolkieniana, mentre in Moby Dick il batterista John Bonham esegue un lunghissimo, stupefacente assolo che in concerto veniva dilatato a dismisura, quasi per mezz’ora. Il disco si chiude con l’accattivante blues di Bring It on Home.

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Oltre a vicepresiedere come si conviene a un vicepresidente, ci guarda dall'alto dei suoi 192 cm. La foto non tragga in inganno.