Sotto il fico di Giunone

Sotto il fico di Giunone

Condividi

La rivalsa delle schiave nell’antica Roma

Almanaccando

Oggi è il 7 luglio e in questo giorno nell’antica Roma si celebrava Giunone Caprotina, la dea della fecondità. Questa festa, detta Festa dei Fichi, o Festa delle Ancelle, o Nonae Caprotinae, avveniva sotto un fico selvatico, il caprifico, che dava il nome alla festa. Sotto l’ombra di questo albero si svolgevano riti propiziatori alla fecondità femminile, facendo partecipare matrone e schiave insieme.
Era una festa in onore delle donne, insomma, e soprattutto delle ancelle schiave, in ricordo di quanto successe durante il sofferto assedio di Roma da parte dei Galli (390 a.C.). In quell’occasione i Galli, che erano giunti alle porte della città eterna, dopo essersi resi conto del momento di debolezza militare dei romani, proposero loro di consegnare le vergini come ancelle. Le ragazze, però, dando prova del loro coraggio, suggerirono uno stratagemma: dopo essere state condotte presso gli accampamenti dei Galli invasori avrebbero segnalato con dei fuochi il momento in cui i nemici fossero addormentati ed avrebbero sottratto loro le spade. E così fu fatto. Al momento opportuno, come convenuto dal piano, una giovane schiava romana accese una torcia sopra un fico selvatico dando il segnale ai Romani di precipitarsi sull’accampamento nemico. L’attacco ebbe successo e consentì ai Romani un’importante vittoria.
Ogni anno, a ricordo di questi avvenimenti, una grande festa veniva allestita per le donne. Alle schiave veniva permesso di vestirsi da donne libere, e di mischiarsi con loro per festeggiare Giunone Caprotina. Poi, tutte insieme, potevano correre e urlare liberamente in ricordo dell’aiuto offerto ai Romani durante l’assedio.
Era un giorno di picnic e di gite fuori porta o nei parchi. Si montavano tende o si improvvisavano capanne di frasche per poter festeggiare tutta la notte ed il giorno successivo. Chi poteva si portava dei carri con tutte le comodità a cui era abituato a casa, proprio come si fa ancor oggi nei migliori campeggi.
La festa finiva in una specie di baccanale molto allegro. E, ovviamente, delle capre venivano sacrificate sotto a dei fichi.
[rudy favaro]

Condividi