Il singhiozzo postale

Il singhiozzo postale

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L'importante sono gli sportelli, non le missive

Pareri distorti (OnAir alle 9 e 19.30)

Buon martedì consegnato
In vista della privatizzazione e in vista del rinnovo del contratto con il Ministero dello Sviluppo Economico, le Poste SpA, piangono miseria, probabilmente per alzare il prezzo, non solo dei bolli.
Per mantenere in piedi l’azienda, i vertici delle poste, propongono sia autorizzato il prelievo e la consegna delle lettere a giorni alterni.
Se fossi il Ministro, ma non ne ho la caratura, accetterei, ponendo però altre condizioni, tanto, le lettere cartacee, ormai, le usano solo Equitalia, i Sindaci che hanno finito il loro mandato per raccontare a se stessi e agli altri il meglio del loro quinquennio e i candidati prossimi futuri per raschiare il fondo del barile dei voti disponibili.
Tutto il resto del mondo usa altri mezzi per comunicare.
Non è la consegna delle lettere, il problema, è la presenza di sportelli che deve rimanere un servizio, visto il contributo pubblico non indifferente, che il Ministero elargisce.
Prima di autorizzare la chiusura di un ufficio andrebbero valutati parametri come la presenza o meno, oltre alla distanza, di sportelli bancari, la presenza o meno di servizi pubblici di trasporto, e aggiungerei la certezza della connessione internet nel territorio di competenza.
In assenza di uno solo di questi questi, lo sportello Poste deve rimanere come servizio.
Quelli invece che servono più a chi sta dietro che non a chi sta davanti, allo sportello, possono anche chiudere.
A risentirci domani. Grazie
@robertostorti

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