18 maggio

18 maggio

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Una storia, una curiosità, un avvenimento da ricordare

Almanaccando

Tokio, 18 maggio 1936. Da sei giorni e sei notti il gangster Kichizo Ishida era chiuso in una camera d’albergo con la sua amante Abe Sada. I due non si erano separati dal lungo abbraccio nemmeno di fronte alle domestiche che entravano in stanza a portar loro del cibo. Poi quel mattino Abe scese le scale e informò la ricezione che usciva per un po’ e di lasciar dormire il signor Ishida finché avrebbe desiderato. A mezzogiorno non era ancora di ritorno e una delle domestiche decise di chiedere al signor Ishida se volesse qualcosa per pranzo. Un attimo dopo scese di corsa strillando con tutta la forza che aveva. Il gangster era stato strangolato dalla sua amante durante un rapporto di “”gasper””, una pratica sessuale abbinata agli effetti dell’asfissia provocata da parziali strangolamenti. In quel caso si era fatto legare la cintura del kimono attorno al collo. Ma l’azione troppo spinta ne provocò la morte. A quel punto la vicenda, oltre che di grottesco, si tinse di autentica follia. La donna, dopo la sua morte, gli taglio il pene e lo scroto con una mannaia da macellaio, e li portò in giro vagando inebetita per la città, ben impacchettati in carta di riso di alta qualità. La trovarono e arrestarono tre giorni dopo. Quando le fu chiesto il motivo per cui portava con sé quel pacchetto rispose semplicemente, affermando che era l’oggetto che per lei rappresentava il ricordo più caro di Kichizo Ishida.
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