23 maggio

23 maggio

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Una storia, una curiosità, un avvenimento da ricordare

Almanaccando

“Mi chiamo Andrea Michele Vincenzo Ciro Pazienza, ho ventiquattr’anni, sono alto un metro e ottantasei centimetri e peso settantacinque chili. Sono nato a San Benedetto del Tronto, mio padre è pugliese. Disegno da quando avevo diciotto mesi, so disegnare qualsiasi cosa in qualunque modo. Disegno poco e controvoglia. Sono comproprietario del mensile “”Frigidaire””. Mio padre, anche lui svogliatissimo, è il più notevole acquerellista ch’io conosca. Io sono il più bravo disegnatore vivente. Amo gli animali ma non sopporto di accudirli. Morirò il sei gennaio 1984”. Così Andrea Pazienza presentò se stesso in un articolo redatto per il quotidiano Paese Sera nel gennaio 1981. Non sbagliò di molto riguardo la funesta previsione: Paz (com’era soprannominato) morì 4 anni dopo, a 32 anni, per overdose. Ma aveva ragione nel definirsi un bravissimo disegnatore: fu un artista potente e rivoluzionario, diventato mito perché capace di sovvertire i canoni del fumetto tradizionale creando un nuovo linguaggio grafico e di scrittura, con testi che mescolavano parlato, slang, giochi di parole, errori ortografici. Un fumettista alternativo e irriverente, in grado di raccontare attraverso le sue creazioni la complicata generazione a cavallo degli anni ’70 e ’80. Era nato un 23 di maggio e oggi compirebbe 59 anni.
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