Piangere sul latte versato

Piangere sul latte versato

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Dal 1°Aprile in dubbio il ritiro in stalla

Buon giovedì bianco

Dal primo di aprile, e non è un pesce e nemmeno uno scherzo, un centinaio di stalle mantovane potrebbero non vedersi il latte ritirato dal caseificio.

Dove lo stoccheranno o lo butteranno?

Credo che nemmeno gli addetti ai lavori, che si sono trovati attorno al tavolo tecnico, e questa volta il tavolo c’era davvero, abbiano la risposta.

C’erano tutti, dai produttori, agli acquirenti, dai sindacati agli amministratori, convocati dall’Assessore all’Agricoltura della Regione Lombardia, il mantovano Gianni Fava.

La questione è intricata, almeno per quello che si riesce a capire dai non addetti ai lavori. Nonostante siano più che dimezzate le stalle, e per quelle rimaste dobbiamo ringraziare i Sikh che le tengono in vita, nonostante la riduzione, dicevo, pare che il latte prodotto in un centinaio di stalle mantovane, sia troppo.

Poi leggi che noi produciamo solo il 70% del fabbisogno italiano e pertanto acquistiamo il rimanente 30% da nazioni che producono anche il 140% della loro necessità, come l’Irlanda.

La proposta più sensata che sino ad ora ho letto, è quella di usare prodotto italiano al posto di quello straniero, ma sicuramente ci sarà qualche codicillo che dice che non si può fare se a pochi giorni da aprile c’é chi teme di dover piangere sul latte da versare nei fossi.

A risentirci domani. Grazie

@robertostorti

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