Coltivazione di bambù italiano

Coltivazione di bambù italiano

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Sarà come vendere sabbia ai sahariani?

Buon giovedì commerciale

L’ultima frontiera del guadagno da piantagione, garantito, pare sia la coltivazione del bambù.

Tra Sermide, Villa Poma, S. benedetto e Goito, ci sono i primi ettari di terreno mantovano che daranno piante alte dai 14 ai 25 metri, con diametro di 8-15 cm i cui germogli e foglie saranno usati sia per alimenti che per cosmetica e il legname ottenuto dal fusto ha più di 1500 tipi di utilizzo.

Detto così, anche un inesperto come me, capisce che c’é più convenienza rispetto al mais, al pomodoro, e al pioppo, visto che poi esiste un Consorzio del Bambù Italiano che si impegna al ritiro del prodotto con un prezzo minimo garantito.

Ho due dubbi che qui esprimo.

Sicuri che possiamo portare via all’oriente una coltivazione “naturale”, che hanno da sempre, così facilmente?

E ancora; sicuri che non avremo dei rimbalzi negativi sulle altre vegetazioni, scoprendo, nel tempo, che non è compatibile con qualche altra nostra coltura?

Non è la prima volta che, guidati dalla moda e dall’apparente facile ricavo, cadiamo in questa trappola. Basti pensare al castorino per pellicce poi diventato nutria incontenibile o al gambero rosso della luisiana che ci sta mangiando le rive dei fossi e non riempie il piatto di nessuno.

Vendere sabbia ai sahariani e ghiaccio agli eschimesi, non è detto che renda sempre e nemmeno che funzioni.

A risentirci domani. Grazie

@robertostorti

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