Convivium – L’arte della surrogazione

Convivium – L’arte della surrogazione

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L’arte della surrogazione

Un saluto e bentrovati a tutti gli ascoltatori!

Nel 1872 nacque a Mantova una donna forte e coraggiosa, che segnò in profondità un’epoca in cui la vita sociale e culturale non permetteva alle donne di perseguire i propri sogni.

Amalia Moretti Foggia crebbe in una famiglia di farmacisti da diverse generazioni, gestori dell’antica e ancora esistente farmacia Santa Lucia in via XX settembre. Decise però di non seguire la tradizione di casa e all’università si iscrisse a Medicina diventando, in un tempo di imperante maschilismo, il terzo medico-donna d’Italia.

Negli anni a cavallo tra i due secoli Amalia entrò in contatto con diverse personalità che scrissero la storia del femminismo in Europa. Fu amica, per esempio, di Sibilla Aleramo, Ada Negri, Matilde Serao, Angelica Blabanoff, Anna Kuliscioff e, addirittura, la Regina Margherita volle incontrarla. Nel suo ambulatorio curava gratuitamente centinaia di operaie, prostitute, casalinghe e mogli maltrattate, donando sempre ascolto e parole di incoraggiamento.

Il suo nome e la sua dedizione alla professione cominciò a diffondersi tantoché, negli anni Venti, il direttore de “La domenica del Corriere” la invitò a tenere una rubrica di consigli medici. Amalia iniziò così la sua attività di divulgatrice, camuffandosi sotto il pseudonimo di Dottor Amal. In breve il suo dialogo con il pubblico divenne talmente popolare che il direttore della rivista le offrì l’opportunità di curare un’altra rubrica, “Tra i fornelli”, dedicata alla cucina e alla gastronomia. Ella accettò e, questa volta firmandosi Petronilla, cominciò a dispensare ai lettori ricette per una sana alimentazione e consigli di economia domestica.

La fortuna e la notorietà di Petronilla stava nel fatto che la sua rubrica parlava a un pubblico popolare, con ricette sane e realizzabili, incastonate in maniera arguta in brevi racconti di vita familiare, in cui ogni massaia poteva riconoscersi.

Petronilla porterà avanti il suo lavoro anche durante il gramo periodo della seconda guerra mondiale, indicando in modo geniale suggerimenti “sul modo di sbarcare il lunario mangereccio, consumando poco grasso, poco riso, poca pasta, poca farina, poco zucchero” e, come diceva lei, “spendendo pochetto ma… nutrendo bastevolmente”.

Proponeva ingegnosamente nuove tecniche e accorgimenti che consentivano ai suoi lettori di mettere in tavola gli stessi piatti mangiati prima della guerra ma senza gli stessi ingredienti, divenuti ormai introvabili. Un vero e proprio inganno al palato che permetteva, con qualche virtuosismo, di servire una crème caramel senza latte né uova, la maionese senza olio, cioccolata in tazza senza cacao, gelatine senza carne, fare fagiolini senza fagiolini (utilizzando i gambi degli spinaci) o spinaci senza spinaci (grazie alle foglie di carote e ravanelli) oppure portare in tavola una torta margherita di fagioli, usando i legumi al posto dell’introvabile farina e della fecola.

Pur sotto i bombardamenti, con il tesseramento, con il cibo ormai così difficile da reperire, Petronilla non si demoralizzava e faceva di tutto per non scoraggiare le sue lettrici, rimpiazzando ogni assenza con l’arte della surrogazione, regalando ogni settimana un po’ di speranza di tornare al più presto alle pratiche consuete, ai sapori abituali. E non è poco.

Eccovi allora l’esempio di una sua ricetta “per tempi eccezionali”, forse la più celebre:

“Salse maionesi per… questi tempi”: con un solo tuorlo, un solo cucchiaio di olio, il succo di un limone e una patata lessa, si può presentare una salsiera colma di soda e squisita maionese purché… si possieda un mortaio di marmo con il suo relativo pestello di porcellana o legno.

Lessate una patata grossa quanto un grosso uovo; pelatela; pestatela e ripestatela nel mortaio; aggiungete un tuorlo d’uovo crudo, un pizzico di sale e con il pestello pestate e ripestate ancora; unite un cucchiaio (uno solo) d’olio, e pestate, e pestate, e pestate sino a che avrete ottenuto una pastella spumosa, levigata e soda… talmente anzi soda che (se la consistenza ne fosse eccessiva) dovrete anche aggiungere un goccio d’acqua per ridurla alla giusta consistenza di una comune maionese”.

Buon appetito e a risentirci la settimana prossima!

 

@Convivium_RB

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