Dalla Fortezza di Volterra, il teatro in carcere di Armando Punzo

Dalla Fortezza di Volterra, il teatro in carcere di Armando Punzo

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“AUT AGITUR IN SCAENIS” è una citazione di Orazio che ha dato il titolo alla conferenza che ha avuto luogo questa mattina [ndr, venerdì 17 marzo 2017] al Liceo Classico Virgilio di Mantova. Un incontro organizzato da alcuni studenti, che hanno preso parte al Project Work (progetto LAIV), finanziato da Fondazione Cariplo con il fine di sviluppare le capacità organizzative ed auto imprenditoriali dei ragazzi. E’ stato infatti richiesto ai giovani studenti di mettere in campo le loro competenze relazionali, e mettersi a confronto con soggetti esterni alla scuola.

Il risultato degli studenti virgiliani ha portato a Mantova, il pluri premiato regista e drammaturgo partenopeo Armando Punzo, il quale ha dialogato con i ragazzi, interagito con loro rispondendo alle molte domande curiose sopraggiunte, e sopratutto raccontando chi è, che cos’è il suo teatro, e qual è il suo mestiere da 29 anni.

E’ il 1988 quando il ventisettenne Armando Punzo è spinto dalla necessità di fare teatro, guidato da una felice intuizione che lo porta, non su un palcoscenico usuale, legato all’immaginario comune, ma in carcere. In particolare, nel carcere di massima sicurezza di Volterra. Punzo ha iniziato a lavorare ad un progetto teatrale con i detenuti di Volterra, abbattendo muri, distanze e scuotendo status quo convenzionali. Nacque così la sua “Compagnia della Fortezza”, grazie anche alla mente illuminata dell’allora direttore del carcere Renzo Graziani. Il regista dedica così tutte le sue giornate facendo teatro con detenuti che diventano attori, all’interno di una cella di tre metri per nove allestita e scenografata a doc. Il teatro di Armando Punzo si è così incuneato, anno dopo anno, come terzo interlocutore nella quotidianità dell’istituzione carcere da un lato, e dei detenuti dall’altro, tra consuetudini, dinamiche, norme scritte e regole tacite.

Io non li ho messi in scena, li ho sottratti dalla scena del sociale” (Armando Punzo)

Il carcere è un’isola dentro le nostre città, un’isola dimenticata che non si vuole conoscere, retta a regole che non contemplano l’esistenza di un teatro e tanto meno lo scambio culturale e umano. Invece, la Compagnia della Fortezza crede da ventinove anni che il carcere sia il luogo dove reinventare il Teatro, restituendogli la sua necessità di ricerca, la sua funzione originaria, che consiste nell’eliminare il superfluo riscoprendo ogni volta un linguaggio nuovo, che si nutre di fatti concreti della vita, di ferite sulla pelle e sulle corde dell’anima, di errori e pentimenti. I detenuti di Volterra questo lo sanno bene, e sotto al direzione artistica di Punzo lo esprimono e “lo recitano”, anche in tournèe.

Abbiamo chiacchierato con Armando Punzo, il quale, ancora dopo tutti questi anni di brillante carriera, continua il suo progetto di teatro nel carcere, perchè – sostiene –“è come se quel luogo mi chiedesse di restare”, parla del suo patto con i detenuti, e del suo teatro sperimentale. Ai nostri microfoni.

Per chi fosse interessato, il 22 e il 23 aprile 2017 al teatro Storchi di Modena andrà in scena la Compagnia della Fortezza con “Dopo la tempesta. L’opera segreta di Skakespeare”.

Tutte le informazioni: www.compagniadellafortezza.org

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Classe 1990 e una vita piena di paradossi. Da bambina non parlavo con nessuno, da grande ho preso un po’ di lauree in comunicazione e media, e ne ho fatto il mio mestiere, che adoro. Ho vissuto per qualche anno all’estero: la Svizzera mi ha adottato e la Spagna mi ha abbracciato, ma l’Italia rimane il mio nido. Racconto il mio territorio, conoscendo quello che sta al di là delle dogane. Ma dato che sono cresciuta a sbrisolona e Sailor Moon - Paladina della giustizia, tra le altre, mi occupo anche di mediazione interculturale e libertà civili. Qualcuno a volte, mi definisce Don Chisciotte contro i mulini a vento. L’ironia e la libertà sono gli unici modi che conosco, e sono quelli che voglio comunicare ai microfoni di Radiobase. Il mio motto? Sii te stesso, tutti gli altri sono già occupati.