Sapere da dove viene ciò che ingeriamo

Sapere da dove viene ciò che ingeriamo

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Buon mercoledì consapevole

Pretendere di poter leggere in etichetta da dove viene quello che stiamo comprando, per poi mangiarlo, mi sembra un sacrosanto diritto anche per la nostra salute.

Da quando in Italia c’é l’obbligo di indicare da dove arriva la materia prima di un prodotto lavorato, alcune voci, come quelle del riso nostrano, hanno avuto risultati positivi,

Sapere che il vialone nano con cui facciamo il risotto alla mantovana viene da Saigon o da Villimpenta é una informazione non di poco conto.

Sapere che la coscia del prosciutto crudo stagionato a Parma o a San Daniele viene dall’Ucraina e non da allevamenti Italiani, é una informazione che ci aiuterebbe notevolmente anche nella scelta.

Non basta che ci sia una bandiera tricolore sulla confezione per indurci in inganno, é giusto pretendere, come già avviene per la frutta, che si sappia da dove viene la materia di base di un prodotto, il luogo di lavorazione o stagionatura, é meno dirimente, rispetto alla salute.

Pretenderlo, e imparare a leggere le etichette, dotandosi magari di una buona lente, non é una scelta elitaria ma di salute, soprattutto futura.

A risentirci, o a rileggerci, alla prossima occasione. Grazie

@robertostorti

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