La camola del miele, ingannata, mangia plastica

La camola del miele, ingannata, mangia plastica

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Buon sabato de-plastificato

Anche a voler essere attentissimi, é difficile non dover utilizzare contenitori e oggetti di plastica.

E’ di plastica il contenitore dello yogurt, che può comunque essere sostituito ricercando un prodotto proposto nel vetro, ma é di plastica il mouse del computer, il cruscotto dell’auto, la biro con cui firmiamo, e tante altrI, innumerevoli oggetti.

Adesso che differenziamo, ci rendiamo conto di quanto scarto di plastica produciamo in un giorno, plastica che se non riciclata, crea, e sta creando, innumerevoli problemi.

Tre studenti dell’Istituto Fermi, quello metà periti metà liceali tecnici, per intenderci, coadiuvati da un loro insegnate, hanno ripreso una intuizione di una ricercatrice e hanno sviluppato un prototipo in cui la camola del miele, dannosa per le arnie, diventa virtuosa se le si fa ingurgitare, assieme alla melassa, del propilene; quello dei sacchetti e elle pellicole che qui chiamiamo plastica, per comodità.

La “digestione” di questo pastone da parte della camola del miele, potrà produrre seta, e la falena in cui si trasformerà, potrà diventare mangime per pesci.

Per il polietilene funziona, stanno provando, il Prof Grandi, gli studenti Andrea Frer, Sara Speranzini e Gabriele Ravini, se funziona anche con il polipropilene e il pvc.

Io tifo per loro e per la camola del miele.

A risentirci, o a rileggerci, alla prossima occasione. Grazie

@robertostorti

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