Ripensare la città esistente

Ripensare la città esistente

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Buon lunedì ripensante

Ormai sono più le vetrine vuote di quelle piene: credo si debba ripensare la città esistente e il suo sviluppo.

Non sono un tecnico e non ho proposte immediate ma mi rendo conto che, partendo dalla stazione ferroviaria, passando per l’area Unesco del centro storico e andando in Valletta Valsecchi, l’immagine di vetrine polverose e abbandonate, sovrasta quelle pulite e occupate, trasmettendo un senso di abbandono e degrado.

La crisi che non molla e non passa, il modello di commercio massacrato da quello, inevitabile, on-line, le nuove generazioni che non proseguono l’attività dei genitori, i negozi etnici che perdono clienti e altre innumerevoli cause, hanno svuotato i negozi del centro e della periferia.

Servono menti pensanti per disegnare, per tempo, una nuova città, recuperando l’esistente più che inventando altri luoghi di investimento e altre menti, per studiare incentivi e riduzioni di imposte che favoriscano la nascita o la rinascita.

Non è impresa semplice, ma è questo il compito di chi amministra e di chi si appresta a voler candidarsi o ricandidarsi a farlo, spiegandolo bene a noi cittadini.

È l’ora della fantasia, degli studi e delle proposte serie e credibili.

A risentirci, o a rileggerci, alla prossima occasione. Grazie

@robertostorti

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