Buon giorno custodito
C’è un reato in cui ognuno di noi può incappare ed è l’omessa custodia del cellulare di cui si è titolari.
Siccome ormai il telefono mobile è, di fatto, un computer connesso alla rete con sui si può fare di tutto, dagli acquisti ai commenti sui social, i titolari delle App installate, sono i diretti responsabili di quello che parte da quell’oggetto con quelle App.
Può sembrare strano eppure è un po’ come la responsabilità oggettiva che ha il proprietario di auto se lascia le chiavi nel cruscotto e un minore la usa o la rubano.
Non sarà il minore a rispondere dei danni e nemmeno l’assicurazione pagherà proprio per omessa custodia.
Lo stesso avverrà per il telefonino lasciato incustodito anche se a casa propria, come ha fatto la professoressa accusata di aver pubblicato sui social giudizi poco lusinghieri nei confronti del Carabiniere ucciso a Roma qualche tempo fa.
Il marito della profe si è autoaccusato, forse per salvare o aiutare la moglie, ma l’omessa custodia è rimasta e ha prodotto gli effetti di sospensione dall’insegnamento e dall’albo dei giornalisti a cui la signora era iscritta.
L’accesso alla sim può essere condiviso tra familiari per un uso comune del mezzo, ma l’accesso alle app è comunque personale, dicono le autorità che hanno deciso le sospensioni.
Da ora in poi, non più ’ultimo spenga la luce, ma chiuda le applicazioni.
A risentirci, o a rileggerci, alla prossima occasione. Grazie
@robertostorti
#FotoNONmie tratte dalla rete