Principe pluriboll

Principe pluriboll

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Le piccole storie di Maria Vittoria Grassi

C’era una volta un principe nato per essere ricco bello e simpatico. I suoi genitori, la regina Sentenzia e il re Saccente, lo avevano aspettato a lungo e naturalmente avevano preparato la sua nascita con balli e ricevimenti. Mentre i due sovrani contemplavano con aria adorante il nuovo nato, che ancora pacifico dormiva nella culla, Sentenzia disse al consorte, sorridendo con dolcezza: ”Cosa fatta capo ha! vero tesoro?” e Saccente rispose: “Il buon giorno si vede dal mattino, cara!” All’istante il piccolo aprì gli occhi, si mise a piangere e si riempì di bolle rosse.. I genitori si guardarono allarmati e chiamarono subito il medico di corte, il dottor Sperindio, che chiamò il pediatra, dottor Chissacosacè, che chiamò il medico di famiglia, dottor Solosuappuntamento, che chiamò il dermatologo, dottor Eritema. I quattro aprirono i loro Tablet, consultarono Google, lessero accuratamente Wikimagic, guardarono il bambino e infine con sicurezza si espressero: “Bolle da stress, domani passa!” e se ne andarono. Sentenzia e Saccente, per quanto perplessi, si rassegnarono ad aspettare: affidarono il bambino alla governante, tale Nondormomai (Nondo per gli amici) e andarono a festeggiare. Il giorno dopo, in effetti, il piccolo era di nuovo roseo e tranquillo e dormiva beato nella culla. Le cose sembravano dunque risolte e Sentenzia, tirando un sospiro di sollievo, si rivolse al marito: “Tutto il male non vien per nuocere: meglio prevenire che curare!”. “Cosa fatta capo ha” confermò Saccente! Non avevano ancora finito di parlare che  il piccolo cominciò a strillare e si ricoprì di macchie blu. Seguì la consueta trafila di consulti medici: il dottor Sperindio disse che il colore blu alludeva al manto della Madonna e che la guarigione sarebbe venuta dalle preghiere, il dottor Chissacosacè sostenne che occorreva acqua di mare (il più blu possibile, consigliava i Caraibi), il dottor Solosuappuntamento in quel giorno non prendeva appuntamenti, il dottor Eritema consigliò un intero rotolo di carta vetrata blu. Il re Saccente si grattò la corona, perplesso e sconcertato, e rimuginò il suo parere “Una mela al giorno ti leva il medico di torno!”. E all’istante il bambino aggiunse alle macchie blu tanti luminosi puntini gialli. “Carino! – osservò il Gran Maggiordomo, che si chiamava Inopportuno – sarebbe perfetto per l’albero di Natale!” Licenziato in tronco il Gran Maggiordomo, subentrò il Piccolo Maggiordomo, Acutino, che azzardò: “secondo me il piccolo ha un’allergia ai proverbi…  Proviamo?” E, detto fatto, infilò una serie di detti famosi e un po’ assurdi come “Tanto va la gatta al lardo…

Chi la fa l’aspetti … Meglio un uovo oggi … ecc. ecc. Ebbene, ad ogni proverbio, la pelle del neonato si arricchiva di macchie e bolle di varie forme e dimensioni: verdi, lilla, arancioni, rosa argentate … “Magnifico! insistette il Gran Maggiordomo licenziato, va bene per i fuochi di Capodanno!” (e fu gettato subito dalla finestra).

Il Piccolo Maggiordomo fu subito promosso Eccelso Maggiordomo e il bambino, battezzato col nome di Pluriboll, da allora fu preservato da ogni possibilità di Infezione da Proverbi: furono bruciati i libri su Detti Famosi del Reame, posti cartelli su tutte le porte (massimo divieto di proferire o accennare a proverbi) mentre il banditore girava ogni mattina per ricordare al popolo (benevolmente) che “Chiunque nel regno di Bollilandia sarà sorpreso a proferir proverbio o a conservare manuali o testi sull’argomento sarà messo al rogo, annegato, decapitato o impiccato in piazza”. “Uomo avvisato mezzo salvato!” aveva commentato il primo banditore, che finì immediatamente sulla forca.

Passarono gli anni: il principino Pluriboll cresceva intelligente e simpatico e di bell’aspetto. Legava molto con tutti e conversava volentieri anche se non capiva perché a volte la gente si interrompesse su certe frasi e le completasse in modo un po’sconclusionato: “Eh, maestà, tanto va la gatta al lardo.. che me lo mangio io!” oppure: ”Chi la fa..non l’ha già fatta!” o ancora” Rosso di sera ..blu di pomeriggio”. Pluriboll rideva e si convinceva di avere i sudditi più spiritosi del mondo.  Un giorno però accadde l’inevitabile: Rovistando in una vecchia soffitta del castello Pluriboll trovò un libretto appartenente al suo Bisbisbisbisbisavolo Sapientino IV, in cui erano annotate “6782  perle di saggezza per governare meglio”. “Ottimo, pensò Pluriboll, è quello che mi ci vuole” e cominciò a leggere. Dieci minuti dopo scese dalla soffitta completamente ricoperto di macchie multicolori. Il re e la regina non poterono fare a meno di raccontargli la verità e il povero Pluriboll cominciò a disperarsi e infine decise di prendere in mano di persona la situazione : convocò maghi fattucchiere streghe e affini e ordinò di farli collocare contemporaneamente in cerchio attorno al re mentre il suo valletto personale Servilio doveva snocciolare tutti i pssibili proverbi. Servilio cominciò: “ Rosso di sera bel tempo si spera, chi fa da sé fa per tre, chi va con lo zoppo impara a zoppicare…” Ad ogni proverbio Pluriboll si punteggiava di vari colori mentre i concorrenti smacchiatori armeggiavano con oggetti vari e misteriose filastrocche magiche. Ad un certo punto sbucò dalla folla una ragazza con un enorme fazzoletto in mano, si avvicinò a Pluriboll e disse: “si soffi il naso, maestà!” La folla tacque, sconcertata, ma Pluriboll, stupito, prese il fazzoletto e si soffiò fragorosamente il naso … Fu un miracolo!: dalle narici cominciarono ad uscire e a salire in aria migliaia di proverbi e detti famosi che, svolazzando, uscivano dalle finestre. Poi lo strano fenomeno si esaurì e il principe, senza più alcuna macchia, mostrava un colorito sano e pulito come non mai. “È semplice Maestà, disse la ragazza, che risultò chiamarsi Leonarda  – ebbe poi un famoso discendente da Vinci di cui non certo avrete sentito parlare – eravate intasato fin da prima della nascita. I vostri genitori erano così infarciti di proverbi e ve ne hanno propinati tanti che siete nato saturo e avevate bisogno di liberarvene. D’ora in poi, ogni tanto, dovrete soffiarvi il naso per eliminare, di volta in volta, i proverbi residui ma non avrete più macchie”!

Inutile raccontare la gioia di tutti e la felicità di Pluriboll (qualcuno dice che sposò addirittura la ragazza). L’unico problema fu che si dimenticarono di Servilio, che continuò a recitare da solo proverbi per due giorni prima di essere ricoverato in ospedale senza più voce.

Alla prossima.

Un caro saluto da Vittoria

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