Classi scolastiche: italiani e stranieri con equilibrio

Classi scolastiche: italiani e stranieri con equilibrio

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Buon giovedì contaminato

Quando siamo nel periodo della formazione delle future classi, soprattutto elementari, il dibattito su stranieri che frenano e italiani che si annoiano ritorna puntuale.

In questo anno, c’é una novità: gli stranieri cercano di andare dove ci sono più italiani, ed é comprensibile, perché i loro genitori hanno fatto sacrifici anche per questo, per dare una istruzione, come si deve, ai figli e non per avere classi come se fossero rimasti nei loro paesi d’origine.

Direi che, come sempre, trovare un equilibrio tra studenti italiani e stranieri, nelle classi che si formano, é la soluzione migliore non solo perché la “contaminazione” culturale é sempre stata alla base della evoluzione delle conoscenze, ma anche perché, i bambini stranieri, ormai sempre più spesso nati qui, sono come minimo bilingui se non trilingui, con funzioni di interpreti, non dico per i genitori, ma di sicuro, per i nonni.

A chi intendesse liquidare, o bollare queste mie considerazioni come “buonismo”, sistema comodo per non pensare e nemmeno discutere, vorrei suggerire di assistere alla consegna dei diplomi al Fermi, una delle scuole più impegnative e dove la selezione é durissima, e constaterebbe che i premiati per i risultati scolastici ottenuti, prevalentemente, non hanno i capelli biondi e gli occhi azzurri.

Aggiungo anche, che gli applausi dei loro compagni “autoctoni” che li hanno visti all’opera, non sono per piaggeria, ma sono battimani convinti e di ammirazione.

A risentirci, o a rileggerci, alla prossima occasione. Grazie

@robertostorti

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