Storia di una fata troppo buona

Storia di una fata troppo buona

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Settimanale di favole inedite a cura di M. Vittoria Grassi

le favole di MVG

Storia di una Fata troppo buona

C’era una volta una fata buona che si era proprio stufata di essere buona. Era una delle fate più abili che ci fossero in commercio, aveva una sfera di cristallo particolarmente lucida e ricca di memoria e possedeva antichissime e perfezionate formule magiche. Per questi motivi tutti le chiedevano favori e incantesimi e lei doveva continuamente rimediare ai problemi altrui: viveva costantemente in mezzo a ragazze maltrattate e indifese, a principi che dovevano superare prove impossibili, a zucche da trasformare in carrozze e così via.
Così Bonaria (questo era ovviamente il suo nome) un giorno attaccò fuori della sua porta un cartello con scritto:””Cambio di gestione”” e decise di trasferirsi in un altro paese. Scelse una bella zona ridente e piena di verde, si assicurò che non ci abitassero troppe matrigne e giovani intraprendenti e poi, tutta soddisfatta, traslocò. Cambiò anche nome e, sulla targhetta lucente appesa vicino al campanello, fece incidere: ‘Prospera Consulenze d’affari””. Nel giro di una settimana cominciarono ad arrivare i clienti. Il primo fu un vecchietto che voleva raddoppiare i suoi risparmi e spendersi tutti i soldi in divertimenti prima di morire. La fata vedeva nella sua sfera di cristallo che il vecchietto sarebbe morto, presto e all’improvviso, e che i suoi beni sarebbero stati sperperati da un nipote sciocco; cercò quindi di persuadere l’uomo a godere di quel che aveva, subito, senza intestardirsi a guadagnare di più. Il vecchietto però se ne andò arrabbiatissimo, gridando che dei suoi soldi poteva fare quello che voleva e che lei non sapeva fare il suo mestiere. Seguì il caso di una ragazza che era incerta tra due pretendenti, uno ricco e brutto e uno bello e povero. Prospera le consigliò di non aver fretta e di aspettare altre occasioni: sapeva infatti che tutti e due aspiravano solo alla dote della ragazza e non le volevano bene. Anche questa volta però la cliente si seccò e se ne andò, gridando che, se avesse ascoltato i suoi consigli, sarebbe rimasta zitella a vita.
La fata allora buttò via la sfera di cristallo e si sforzò di dare pareri secondo il suo buon senso; non era però abituata ad usare solo il cervello e combinava una quantità di pasticci. Mandò in rovina un sacco di gente e fece guadagnare persone disoneste che, per di più, non la pagarono. Così Prospera capì che anche quella non era la strada giusta per lei: si trasferì in un altro paese, assunse il nome di Norma, si procurò un nuova sfera e fece stampare un’edizione aggiornata del suo formulario magico. Diventò una Consulente Agricola: dava le previsioni del Tempo a tutti i più facoltosi proprietari terrieri del paese e, se c’era qualche “”imprevisto metereologico”” pensava lei a sistemare le cose con qualche paroletta “”magica””. Ebbe un enorme successo, diventò ricca e famosa e sposò il grande amore della sua vita, un mago simpatico ma distrattissimo, che faceva fatica a ricordarsi di qualsiasi cosa e, soprattutto, non prevedeva il futuro. Ma la storia di questo mago distrattissimo sarà per la prossima volta!

Immagine tratta da internapoli-smile.blogspot.com

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