Crosby Stills Nash & Young “Déjà vu” (1970)

Crosby Stills Nash & Young “Déjà vu” (1970)

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Ospite il professor Mauro Staboli

Ascolta il Disco Base della settimana

1. CROSBY, STILLS, NASH & YOUNG "Carry On"
2. CROSBY, STILLS, NASH & YOUNG "Teach Your Children"
3. CROSBY, STILLS, NASH & YOUNG "Helpless"
4. CROSBY, STILLS, NASH & YOUNG "Woodstoock"
5. CROSBY, STILLS, NASH & YOUNG "Our House"

discobase-fb-logoDéjà vu (Già visto). Ovvero l’impressione di trovarsi in un ambiete già noto anche se razionalmente sappiamo che non lo è. E’ capitato a tutti ed è stato raccontato da molti. E’ un insieme disensazioni che si accavallano lasciandoi perplessi in balìa del nostro inconscio. Déjà vu (Già visto). Letteralmente qualcosa che non è una novità, qualcosa che è stato già fatto o sperimentato da altri. Déjà vu (l’ album). Forse un misto delle due definizioni precendenti. Titolo azzeccato, ma andiamo con ordine.

Siamo negli anni ’70 e chi ha un minimo di consocenza (musicale e non) sa cosa sta accadendo in questi anni. Sono gli anni della guerra in Vietnam, della rivoluzione femminista. Sono gli anni degli hippies con i loro “ peace and love” e della rivolta studentesca. Anni di contestazione, anni difficili da descrivere stringatamente in una recensione che dovrebbe parlare di musica. Nell’aria aleggia una gran voglia di comunicare, di esprimersi, di far sentire la propria voce. E quale mezzo di comunicazione è più diretto della musica? Migliaia sono i gruppi che si formano in questi anni e che segneranno la storia del rock. Fare una lista richiederebbe alcune pagine. Tra tutte le band che nascono e muoiono e ce ne sono tre che stanno per perdere tre loro componenti fondamentali. Sono i The Byrds (che si apprestano a perdere Crosby) e i Buffalo Springfield (che stanno per perdere Stills) e gli Hollies (che verranno presto scaricati da Nash). Tre storie diverse ma simili, tre “personaggi” che per un motivo o per l’altro si vedevano “ chiusi” all’interno delle loro rispettive band. Eccezion fatta per Stills che era la vera “anima” dei Buffalo. Tutto ciò non avrebbe nessuna nota positiva se non fosse che questi tre giovincelli decidono di iniziare a strimpellare insieme, un po per gioco, un po per passione, un po perchè si intendevano a meraviglia anche prima di formare la band. E allora eccoli qui. Nessun nome alla band (anche perchè band non è), solo i loro tre nomi in ordine sparso Crosby, Stills & Nash. Nel frattempo un certo Neil Young, pur se impegnato nei suoi progetti da solista, decide di unirsi al trio dando vita al quartetto conosciuto col nome di: Crosby, Stills, Nash & Young.

Il loro primo album in studio viene intitolato Déjà vu (vedi sopra). Non c’è nulla di nuovo sotto il sole ma è un po come arrivare allo stato dell’ arte di qualcosa già sentito in precedenza! Siamo all’apice del folk-country-rock americano. Un pezzo di storia del rock, da paragonare assolutamente come impatto e importanza a capolavori come Led Zeppelin 1 o Are you Experiencd? di Hendrix. Pezzi come “Teach Your Children” o “Carry On” sono diventati un classico della musica country e le sfuriate psychedelic-folk di Déjà vu (la canzone) ci fanno capire che questi 4 ragazzotti di talento ne avevano da vendere! E ne hanno venduto tanto. “Almost cut my hair” è diventata un inno della generazione Hippy. Dieci canzoni che si srotolano leggere e pesanti allo stesso tempo. Dieci perle senza tempo fissate nel tempo. Questo disco trasuda “ west coast” da tutti i pori, si può quasi sentire l’odore delle terre dell’ovest americano solo sfilando il vinile dalla copertina. Le chitarre acustiche e pulite si fondono perfettamente con le voci tanto diverse quanto perfettamente amalgamate.

Il calore nella voce profonda e roca di Stills, la passione country in quella di Crosby, i toni alti e nasali in quelle di Nash e Young imbastiscono quella trama sonora che li ha resi riconoscibili tra mille. Certo, quattro cantanti solisti assieme non possono essere un gruppo perfetto, non possono avere quella compattezza di suono che già allora era prerogativa degli Who, dei Floyd, dei Led Zeppelin oppure degli stessi The Byrds di Crosby. Però questo disco ha una carica emozionale infinita. Vedere suonare “quei quattro” a Woodstock dal vivo è stata un’esperienza che pochi della nostra generazione hanno fatto ma pagherei oro per tornare indietro nel tempo e vederli li, imbracciare la chiatarra, scherzare al microfono per un po e iniziare a suonare un po’ come si fa tra amici ma con la classe che solo quattro fuoriclasse possiedono. Da avere. In vinile! Categoricamente!

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Oltre a vicepresiedere come si conviene a un vicepresidente, ci guarda dall'alto dei suoi 192 cm. La foto non tragga in inganno.