7 gennaio

7 gennaio

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Una storia, una curiosità, un avvenimento da ricordare

Almanaccando

Papa Clemente X ha attuato due grandi rivoluzioni nella storia del teatro. Da una parte ha riabilitato le donne a calcare le scene, le quali erano state sostituite dai castrati per questioni di moralizzazione controriformista. Dall’altra ha proibito alla prostitute di frequentare i teatri. Era il 7 gennaio 1671. In quei tempi Roma era uno dei principali centri della prostituzione europea e il papato sfruttava al massimo il fenomeno. Nella Roma dei Papi la concessione per poter gestire la prostituzione – come pure il gioco d’azzardo e lo spettacolo – era soggetta ad autorizzazione e tassazione della Camera Apostolica. La Chiesa, pur condannando il peccato della carne ed esaltando la verginità, riconosceva l’utilità sociale della prostituzione come funzionale al mantenimento della morale delle giovani e delle donne sposate. Sant’Agostino scrisse: “”Sopprimete la prostituzione ed ogni cosa sarà travolta dalla lussuria””. E San Tommaso d’Aquino: “”La prostituzione nelle città è necessaria come il pozzo nero nei palazzi: togliete il pozzo nero ed il palazzo diventerà un luogo maleodorante””. La concessione della carica di “”Capitano dei Lupanari”” e la cosiddetta “”Tassa delle puttane”” rendevano moltissimo allo Stato Pontificio che impiegò i redditi di queste imposte per finanziare i grandi lavori pubblici. Molti grandi economisti odierni sostengono che la reintroduzione di una tassazione sulla prostituzione raddrizzerebbe i bilanci degli stati europei. Le cifre stimate non parlano di milioni ma di miliardi di euro. I tedeschi, che di conti pubblici se ne intendono, sono ovviamente a favore.
[rf]

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