19 febbraio

19 febbraio

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Una storia, una curiosità, un avvenimento da ricordare

Almanaccando

Alcune persone racchiudono lo spirito di una città e quando si tratta di Napoli, le declinazioni di un carattere ballano in equilibrio tra spensieratezza e malinconia, declino e modernità, religione profonda e terrena concretezza. Massimo Troisi ha innovato la commedia italiana attraverso una lingua nobile e antica, e abbracciato tutte le contraddizioni della sua città. Massimo Troisi, in fondo, è stato Napoli. Parlava molto, spesso anche senza parole, esprimendosi non solo verbalmente ma anche con le manifestazioni del viso, dei gesti, con gli sguardi e con i sentimenti. Uno sketch da non perdere è con Lello Arena, dentro una chiesa. Manca il lavoro e Lello Arena chiede una mano -e un posto- a San Gennaro. Una richiesta accorata, intima, struggente. Poi di colpo spunta fuori Troisi che si rivolge al Santo con la confidenza di un amico. “”Non ti fidare Gennaro”” gli dice “”ha chiesto la stessa cosa anche a San Ciro…””. Leggero, esilarante. Girando in rete gli aneddoti e le battute sono decine. A me piace citare la colletta del suo paese per un primo intervento al cuore, Non ci resta che piangere dove con Benigni può sfottere Leonardo che somiglia a un genio ma non capisce cos’è un semaforo o un treno, e tutte le canzoni scritte insieme con Pino Daniele. Per i più Troisi coincide con il suo ultimo film. Dolce, malinconico, spinge una bici. Lui è debolissimo, vince con ostinazione ogni resistenza e conclude le riprese de Il Postino (di Neruda), la storia del portalettere del grande poeta cileno al confino in Italia. L’amicizia tra il timido postino e il grande maestro è una storia intrisa di amore, partecipazione, pudore e dignità. Massimo Troisi oggi avrebbe compiuto 62 anni.
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