Pino Daniele “Non calpestare i fiori nel deserto” (1995)

Pino Daniele “Non calpestare i fiori nel deserto” (1995)

Condividi

Disco Base proposto e commentato da Egidio Freddi, musicoterapista

Ascolta il Disco Base della settimana

1. PINO DANIELE "'o Cammello 'Nnammurato"
2. PINO DANIELE "Io Per Lei"
3. PINO DANIELE "Se Mi Vuoi"
4. PINO DANIELE "Resta Resta Cu'mme'"
5. PINO DANIELE "Anima"

discobase-fb-logoAfrica, deserto, oasi… insomma “Non calpestare i fiori nel deserto”.
Dopo appena 2 anni di distanza dai fortunati (e soprattutto intoccabili) “Che Dio ti benedica” e il live acustico “E sona mò”, Pino nel marzo del 1995 pubblica quest’opera, che molti giudicano essere l’ultimo lavoro “alla Pino Daniele”.
Anche in quest’album il nostro si avvale di numerose collaborazioni: infatti spiccano Irene Grandi e Jovanotti ancora agli albori, Rita Marcotulli, Lele Melotti, Manu Katchè, Maria Pia de Vito e Mike Mainieri. Insomma sembra esser tornato ai primi anni ’80 quando per fare un disco si avvaleva dei migliori musicisti del periodo. E le intenzioni e il risultato gli danno ragione. Scordatevi quel Pino capellone e sbarbato: è rimasto solo il Pino capellone, adesso la barba c’è l’ha.. quindi qualcosa è cambiato.
Le atmosfere del disco si capiscono subito: dalla copertina e appena inserito il cd nel lettore.. siamo in Africa e lo si intuisce già dalle prime 2 tracce: “‘o cammello nnamurato” e “un deserto di parole”. Quest’ultima si avvale della collaborazione del giovane – Jovanotti: la prima, poi un’altra si ripeterà più avanti nel disco. Ed ecco il momento del singolo più famoso di quest’album e che ha permesso a questo disco di farsi notare: “Io per lei”: la canzone non rimarrà nella storia per testo e contenuto, ma di sicuro è rimasto nella testa di quelle 800 mila persone che hanno acquistato l’album! Infatti il disco alla fine del ’95 risultò essere il disco più venduto in Italia. Altro singolo trainante fu “se mi vuoi”: altro duetto stavolta con Irene Grandi. Seguono due canzoni molto ispirate del nostro: “Un angolo di cielo” e “fumo nero”: anche in quest’ultima traccia Pino si fa “accompagnare” dalla voce di Maria Pia De Vito. E’ il momento di chiudere la prima parte del disco e come nel precedente Pino sceglie la forma della chitarra acustica e della sua voce: ne esce “resta..resta cu’mme”: sarà il terzo singolo. Si riparte alla grande con “bambina” accompagnato dal vibrafonista Mike Mainieri. “Notte che fai” e “E se amore sarà” precedono “stress” : canzone che si avvale dell’ultima collaborazione del disco: si rivedono infatti Mike Mainieri e Jovanotti. La perla Pino ce l’ha regala con “anima”: una delle sue prime 10 canzoni di sempre a mio parere. Chiude il disco la strumentale “oasi”: a volte le parole non servono a Pino per farci emozionare.
Un disco che si può tranquillamente catalogare come “World Music”. Infatti in esso troviamo canzoni in italiano (iniziano ad essere un’abitudine ormai), napoletano, inglese.. stili di musica mescolate tra loro: jazz, blues, rap. Ogni canzone contenuta in quest’album poteva essere scelta come singolo: infatti alla fine oltre ai 3 già citati ne furon estratti altri 2: “bambina” e “anima”. Pino si aggiudicò il Festivalbar ’95 e fu scelto “miglior album” al premio Tenco.
Insomma un disco da avere anche per i non appassionati del cantante partenopeo. Come sempre tra i fan c’è chi storce il naso su questo disco additandolo come quello della fine: la mia opinione è che questo è ancora passabile, non paragonabile a quelli d’oro, ma di un buon livello. Qui Pino è in gran forma, circondato da professionisti e tira fuori un gran bell’album.
Sarà che ho consumato la cassetta a furia di ascoltarlo ai tempi, ma “Non calpestare i fiori nel deserto” resta uno dei miglior album di Pino da 20 anni a questa parte.

Condividi
Oltre a vicepresiedere come si conviene a un vicepresidente, ci guarda dall'alto dei suoi 192 cm. La foto non tragga in inganno.