26 febbraio

26 febbraio

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Una storia, una curiosità, un avvenimento da ricordare

Almanaccando

100 giorni. Ogni governo ormai inizia con una serie di promesse da soddisfare in 100 giorni. Probabilmente questa malsana abitudine inizia proprio un 26 di febbraio, quello del 1815, quando il Bonaparte Napoleone saluta gli abitanti dell’Elba e, insieme a un migliaio di soldati e quattro cannoni, lascia l’isola promettendo un sacco di cose. 100 giorni dopo ci sarà la definitiva sconfitta di Waterloo. Da quel momento i 100 giorni in politica sono diventati una scadenza importante, forse perché all’imperatore erano parsi sufficienti per cambiare il corso della storia. Come sappiamo il Bonaparte Napoleone non ci riuscì. Andò meglio allo Roosevelt Franklin che nel 1933 battezzò “”100 giorni”” la prima parte del suo mandato, quella in cui fece approvare una serie di leggi per impedire il crollo dell’economia nazionale. Nascevano così il New Deal e dei patti che sarebbero durati decenni. In Italia, in cui i tempi della politica sono sempre diversi, ne parlò per primo il Berlusconi Silvio solo nel ’94: in un’intervista al Costanzo Maurizio affermò che nei primi 100 giorni avrebbe risolto il conflitto d’interessi. Non ce l’ha fatta, ma vien da pensare che non ce l’abbia messa proprio tutta. Più tardi il Letta Enrico ha confezionato addirittura un sito dedicato, www.100giorni.governo.it, che ancora oggi è online e malinconicamente abbandonato. Arriva poi il Renzi Matteo che ovviamente non fa mancare la sua lista di promesse. È trascorso giusto un anno da quando spiattellò agli italiani il crono-programma dei suoi primi 100 giorni di governo: a febbraio la riforma elettorale e costituzionale, marzo il lavoro, aprile la pubblica amministrazione, maggio il fisco e conflitto d’interessi, giugno la giustizia, come una filastrocca, di ventotto ce n’è uno, tutti gli altri ne han trentuno.
[rf]

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