Guns N’ Roses “Appetite for destruction” (1987)

Guns N’ Roses “Appetite for destruction” (1987)

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Disco Base scelto e commentato da Ivan Juric, allenatore del Mantova

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1. GUNS 'N ROSES "Welcome To The Jungle"
2. GUNS 'N ROSES "Nightrain"
3. GUNS 'N ROSES "Mr Brownstone"
4. GUNS 'N ROSES "Paradise City"
5. GUNS 'N ROSES "Sweet Child O' Mine"

discobase-fb-logoCercherò di fare una recensione seria, anche se si tratta del mio LP preferito. William Bailey, in arte Axl Rose, nasce a Lafayette, nello stato dell’Indiana, il 6 febbraio 1962. Figlio di una donna di medio status e di un malvivente della zona, famigerato W. Bailey. Il giovane Axl subisce ogni tipo di violenza nella sua adolescenza e si potrebbe dire che uno degli elementi essenziali di Appetite, la rabbia selvaggia, nasce proprio qui. Poi, maggiorenne, parte insieme al suo compagno di marachelle, il chitarrista Jeff Isabell, in arte Izzy Stradlin’. I due, sbarcati a Los Angeles senza un $ scatenano la loro rabbia giovanile e ancora immatura negli Hollywood Rose per poi unirsi con il chitarrista anglo-americano, Saul Hudson, in arte Slash; con il batterista Steven Adler soprannominato Pop-corn; con Michael “Duff” McKagan, bassista di Seattle e di matrice Grunge.

Nel 1985 comincia la loro favola, i Guns N’ Roses, cinque personalità diverse l’una dall’altra che mescolandosi troveranno unione nelle 12 tracce di Appetite. Appetite, appunto: un album che fece scalpore per i contenuti dei testi ma che divenne un “cult” per tutti i ragazzi che intendevano mettere su una band di rock influenzato da country, blues e punk primordiale. Questo fu Appetite, l’espressione di tanti stili collegati tra loro dalla rabbia. Con “Welcome To The Jungle” si apre l’album. Una canzone epocale; l’intro di Slash & co. sembra un treno che sta per partire. Musicalmente, secondo me, una delle grandi espressioni Hard Rock. Se è vero che i Guns presero spunto un pò da tutto il panorama rock anni ’70, c’è da dire che una canzone del genere, così disomogenea ma esplosiva, non si era mai sentita. Ricorda vagamente lo stile Aerosmith. Anche se l’assolo di Slash e puramente blues, e dopo il breve solo di Pop-corn, la voce di Axl prende il comando con il tamarrissimo alternarsi di “nananananis; my serpentine” e il finale che puzza come i sobborghi bui di Los Angeles, con quell’ “Huaaa!!”.
“It’s So Easy”, è degna della prima. la voce di Axl è eccezionale per tutte le tonalità che tocca. Grande Duff per tutta la canzone e poi, il capolavoro: Izzy è semplicemente perfetto, la sua Les Paul è affilatissima e violenta. “Nightrain” è un altro capolavoro, inopportunamente non inserito nel “Greatest Hits” del 2004. Si sente l’ odore di uno dei componenti sempre presenti nelle serate dei 5 “Gunners” , il “ Nightrain” , treno della notte. Era un vino di bassa qualità che però costituiva un elemento di ribellione, un qualcosa che serviva per andare contro tutto e tutti. Si ritrovano temi del genere nei Motley Crue, prima che Tommy Lee diventasse una pornostar. La voce di Axl in “Nightrain” è pazzesca, più graffiante che mai. La parte ritmica di Izzy e Duff è rabbiosa ma la perla in questa canzone sono i vari assolo tamarri di Slash, sembra realmente “ sul treno della notte” , come Axl grida nella song. Poi sopraggiunge “Out Ta Get0 Me” ; il suo intro alla AC/DC. In se e per se, la canzone è intrigante e coinvolgente, scorre veloce e poi piacciono le incursioni tamarre della Les Paul di Slash e i riff ammalianti di Izzy. L’ idea di una seconda voce (Duff) è innovativa e nel complesso è una buona canzone ma non al livello delle prime tre, a mio avviso. “Mr. Brownstone” è l’ espressione di un rock alla Rolling Stones, impregnato di novità stilistiche. Pop-corn suona quasi in modo tribale. Lontanamente ricorda “Satisfaction” degli Stones, ricorda dico, non somiglia. La ricorda perché sa di musica tribale, propria dei Rolling. Izzy e Duff sono micidiali; Axl è a dir poco fantastico con quel rauco “He won’ t leave me alone… ” . Slash è un ente a parte. Una canzone eccezionale. Si scorre veloci fino alla perla dell’ LP, “Paradise City” . Tutti e 5 i Gunners, sono perfetti in questa canzone. L’ intrigante riff di Izzy, apre la strada alla sessione ritmica del basso di Duff e alla manina di Slash, alquanto veloce in questa canzone. La canzone si divide in due parti: prima è Hard Rock puro, per circa 5 minuti. Alla lunga può pesare un po’ ma per fortuna si risolleva il tutto al minuto 4. 48, quando Axl decide di urlare sul serio. Entra in scena il punk ma soprattutto entra in scena Slash che, forse con l’ aiuto di qualche stupefacente, interpreta la pentatonica blues nella maniera più pulita, veloce e devastante possibile. Il tutto si chiude con “babe” e “ yeah” . Con “ Welcome Yo The Jungle” è l’ immagine in se e per se dei Guns N’ Roses. Alla track 7 abbiamo “My Michelle” , un piccolo capolavoro. Questo è Hard Rock puro, con alterazioni punk. Axl parte come un cannone, dopo l’illusione di calma data dall’ arpeggio di Slash. Nel ritornello la voce di Axl tocca quasi il massimo del farsetto, come nelle demo con gli Hollywood Rose (ascoltate “Rocker” del giovane e arrabbiato Axl). Comunque definita una delle migliori dei Guns. Slash e Duff, perfetti.
Tocca poi a “Think About You” , un po’ una caduta di stile. Ne il ritornello, ne i vari riff di Slash intrigano e risultano anche un po’ banali. Si risale alla track 9. La cosiddetta power ballad di Appetite, “Sweet Child O’ mine” . Una bella canzone, ma secondo me sopravvalutata. Cioè: se in un disco per 11 canzoni su 12 parli di sex, drug & rock n’ roll non puoi piazzare una ballata romantica, anche se stilisticamente potente. Dal punto di vista tecnico Duff e Slash dominano per tutta la canzone, sia con assolo che con accurate parti ritmiche. La voce di Axl è volutamente snaturata all’ inizio ma poi si ritrova verso la fine. Ripeto, una bella canzone, ma che sarebbe stata meglio in uno degli “ Illusion” . Poi abbiamo “ You’ re crazy” , cover dell’originale country ballad omonima inserita in “Lies” dell’ 89. Bella da ascoltare ma niente di più. “Anything Goes” è la canzone meno bella di Appetite. L’ ultima, “Rocket Queen” , è un’ altra grande canzone. Divisa in due parti, è ottima all’inizio ma sublime nell’ outro, quando Slash realizza uno dei più grandi assolo di Appetite. Durante la canzone, Izzy è supremo, Duff suona il basso alla sua maniera e Axl è veramente molto arrabbiato. Si sente anche un amplesso. Nel 1987, girò la voce che fosse la ragazza che in quel momento Axl stava “lavorando” . Infine, a parte qualche caduta è un LP eccezionale, spesso accusato di essere commerciale e tamarro ma io credo che sia l’ ultimo grido del vero credo Hard Rock. Spero di non essere stato banale.p.b.

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Oltre a vicepresiedere come si conviene a un vicepresidente, ci guarda dall'alto dei suoi 192 cm. La foto non tragga in inganno.