L’albero dei sacchetti

L’albero dei sacchetti

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Patologia piuttosto contagiosa

Buon lunedì smaltito

Ci deve essere un rapporto di odio con i rifiuti che produciamo al punto che arriviamo anche a raccoglierli in un sacchetto ma poi non li portiamo dove ci chiedono di depositarli.

Passando vicino a una cestino pubblico dei rifiuti, come documenta fotograficamente questo parere che troverete sul nostro sito radiobase.eu, mi e tornato alla mente una scena da girone dantesco vista di persona in una pineta in riva al mare in cui si vedevano gli alberi con appesi i sacchetti di ciò che rimaneva della scampagnata fatta da innumerevoli famiglie.

I festanti avevano raccolto i loro scarti, li avevano inseriti in un sacchetto di plastica e poi li avevano appesi ai rami; non portati a casa e poi consegnati ai raccoglitori ma lasciati sul posto, appesi ai rami come se fossero frutti di quelle piante.

La stessa cosa, o comunque lo stesso meccanismo, sta alla base di chi attacca ai pomoli dei cestini per la raccolta delle immondizie da passeggio, sacchetti stracolmi di ogni oggetto ma che, non potendo entrare negli stretti accessi dei cestini, vengono o depositati alla base o, come detto, appesi a mo di ciondolo.

Capirei, forse, se il conferimento delle immondizie fosse misurato e conseguentemente pagato, ma non è così.

Si paga comunque sulla base delle dimensioni della nostra residenza e allora dove sta il piacere di non differenziare, raccogliere e agganciare al primo rampino?

Credo che non lo sapremo mai, ma è certo una patologia diffusa e anche piuttosto contagiosa.

A risentirci domani. Grazie

@robertostorti

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