col Pordenone arriva la delusione

col Pordenone arriva la delusione

Condividi

la partita vista da Ciffo

Dopo la bella vittoria sul campo della Sambenedettese (seguita agli “stretti” pareggi col Venezia e l’Ancona) forse ci eravamo un po’ illusi e sognavo di intitolare il mio commento: “col Pordenone un partitone”! Invece, a malincuore, forzato cambio di rima: delusione col Pordenone, che ha meritatamente vinto al Martelli. Eppure il Mantova aveva cominciato “alla grande”, e per un quarto d’ora ha ben giocato e “messo alle corde” la capolista, che poi, però, “ha preso le misure” (per la fretta uso comode frasi fatte) e ci ha messo sotto. È vero che dopo appena 10 minuti abbiam perso capitan Caridi (“problema muscolare”) e, con la squadra ancora un po’ stordita abbiam beccato il primo golletto su contropiede, ma nel secondo tempo il Mantova ha tentato di reagire, meritando il sospirato pareggio. Gli è (sic!) che i neroverdi si son difesi per bene e a 10 minuti dalla fine ci han rifilato la seconda pera, che “ha chiuso la partita” (come appunto si suol dire).

Dopo i nostri bei 15 minuti di dominio, purtroppo improduttivo, arriva “il campanello d’allarme”: un neroverde avanza e, al limite della nostra area, passa all’ex Pietribiasi (1); finta e palla al 9 Arma che gliela ritorna; l’ex (2) è pronto e tira, ma il prode Bonato salva.

mnpordenone1

Al 21’ il numero 7 Azzi arriva primo su un lungo lancio e, appena dentro l’area frega elegantemente il Bonato in uscita (che pare fosse già parecchio fuori porta) con un delicato pallonetto.

mnpordenone2Al 10’ del secondo tempo quella che mi pare la migliore occasione del Mantova: è Regoli che, dal limite lascia partire un bel rasoterra che esce d’un pelo, e d’un pelo Marchi (credo), ben scattato, non arriva in tempo per toccare in porta.

mnpordenone3Al 34’ il raddoppio (visto dalla curva Te). Punizione, palla “sul secondo palo”, dove un tal Martignago, fresco fresco perché appena entrato, anticipa Regoli e Romeo e, bel bello, appoggia in rete.

mnpordenone4Qualcuno si alza e se ne va, ma alla fine, pur delusi, giustamente si applaude. “Coraggio, che il male è di passaggio”.

Condividi