Convivium – Per un piatto di lenticchie

Convivium – Per un piatto di lenticchie

Condividi

Per un piatto di lenticchie

Buon anno e bentrovati a tutti gli ascoltatori!

Molti di voi avranno mangiato le ben augurali lenticchie nei giorni scorsi, ricchissime di proteine. Anticamente erano infatti definite come la carne dei poveri. Le lenticchie sono il primo cibo preparato dall’uomo del quale si ha testimonianza scritta, risalente a non meno di 4000 anni fa, e fu l’alimento basico per i popoli nomadi fin dal Neolitico. Per millenni risulta essere uno dei prodotti più importanti nell’agricoltura e nel commercio nell’area del Mediterraneo. Le lenticchie, oltre che essere mangiate in minestra, si usavano anche per ricavarne farina da usare tanto per il pane quanto per i dolci.

Oggi si mangia la lenticchia a San Silvestro o a Capodanno per propiziare felicità abbondanza e ricchezza, sia in virtù della sua forma (che ricorda il denaro sonante) sia per la tradizione che la accompagna (la carne dei poveri) che la rende molto democratica ed interclassista. La devozione popolare verso questo legume ha però origini ben più antiche del Cristianesimo; basti citare la storia dell’obelisco egizio che oggi svetta in Piazza San Pietro, portato a Roma nel I secolo, il quale attraversò il Mediterraneo su una nave immerso e protetto da un carico di lenticchie.

I greci, pur essendo anche loro grandi consumatori, per qualche oscura ragione le vietarono nei banchetti ufficiali. Le mangiavano sotto forma di zuppe, nei pranzi privati e nell’intimità delle mense domestiche, apprezzate in varie preparazioni, di cui forse quella per noi più curiosa è quella delle lenticchie marinate nell’aceto. Ad Atene erano apprezzate per il loro valore proteico, tanto che il grande Ippocrate le consigliava agli uomini anziani, per potenziarne la virilità. Per questa stessa ragione erano stimate da Aristotele che le consumava spesso condite con lo zafferano, altro prodotto ritenuto afrodisiaco. E sempre ai greci pare si debba l’avvio del tradizionale abbinamento tra questo legume e le carni di maiale, tanto usato oggi a Capodanno.

Le lenticchie nell’antichità furono anche collegate simbolicamente anche alla morte. A tutt’oggi gli ebrei le mangiano quando sono in lutto, in ricordo di Esaù che svendette quanto aveva di più prezioso in cambio di un piatto di lenticchie. Nel libro della Genesi si racconta infatti che Esaù, rientrato sfinito e affamato dalla campagna, vide che il fratello Giacobbe che aveva cotto un piatto di lenticchie. Gli chiese quindi da mangiare e Giacobbe domandò in cambio la primogenitura. Esaù accettò e abdicò in favore del fratello, lasciandogli la sovranità sul popolo degli ebrei. Ecco da dove arriva il modo di dire “vendersi per un piatto di lenticchie”, rivolto alle persone che si vendono per un valore bassissimo rispetto a quello che ricevono in cambio.

Passiamo infine alla ricetta della settimana. Tra le numerose preparazioni che vede la lenticchia come protagonista, ne ho scelta una trasmessaci direttamente dal tempo dei romani: lenticchie coi funghi, “lenticula ex sfondylis”. Le lenticchie vanno lessate con poca acqua. Intanto che cuociono si prepara una salsa pestando pepe, cumino, coriandolo, foglie di menta e ruta. Questo pesto viene bagnato con miele, salsa d’acciughe e mosto cotto. Vi viene poi unito a piacere un po’ d’aceto. La salsa viene quindi aggiunta alle lenticchie, che ormai hanno assorbito quasi tutta l’acqua. A parte si rosolano alcune spugnole tagliate a pezzi, che si aggiungono poi alle lenticchie, amalgamandole bene e aggiustando di sale. Servire su un piatto caldo con un giro d’olio.

Buon appetito e a risentirci la settimana prossima!

 

@Convivium_RB

Condividi