Convivium – Cucina futurista

Convivium – Cucina futurista

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Un saluto e bentrovati a tutti gli ascoltatori!

«Gli uomini si sono nutriti finora come le formiche, i topi, i gatti e i buoi. Nasce con noi futuristi la prima cucina umana, cioè l’arte di alimentarsi».  Con questa premessa che è già tutto un programma si apre il libretto dato alle stampe nel 1932 da Marinetti e Fillìa. Lo intitolano “Cucina futurista” e tra le sue pagine si trovano manifesti polemici, notizie di banchetti, esempi di pranzi e un formulario per ristoranti e bar con oltre ottanta ricette.

Il futurismo,  dopo aver abbracciato i vari campi dell’esperienza umana, dalla letteratura alle arti figurative e alla musica, dal costume alla morale e alla politica, non poteva certo trascurare l’arte culinaria. E’ del 1930 il primo banchetto futurista, offerto da un ristorante milanese con la seguente lista di vivande : «Oca grassa – Gelato nella luna – Lacrime del dio ‘Gavi’ – Brodo di rose e sole – Favorito del mediterraneo zìg, zug, zag – Agnelli arrosto in salsa di leone – Insalatina all’affia – Sangue di bacco in “terra ricasoli” – Ruotelle tempiste di carciofo – Pioggia di zuccheri filati – Schiuma esilarante “Cinzano” – Frutta colta nel giardino d’Eva».

Nel ricettario futurista che Marinetti pubblica poco dopo si inserisce anche un divertente glossario che propone sinonimi italici in sostituzione degli odiati termini internazionali usati nella ristorazione. Il bar diventa quindi il quisibeve; il barman diventa mescitore; il maître diventa il guidapalato e listavivande il menu; il dessert viene ribattezzato in modo curioso, peralzarsi; il sandwich diventa il traidue e il picnic sarà il pranzoalsole.

Un’attenzione particolare viene inoltre dedicata ai cocktail, rinominati in polibibite, alle quali vengono anche date definizioni che indicano gli effetti che potrebbero apportare. “Decisone” è il nome generico di polibibite calde toniche che servono per prendere, dopo una breve e profonda meditazione, un’importante decisione. “Inventina” è la polibibilta che si accompagna al trovare fulmineamente un’idea nuova. “Prestoinletto” è la polibibita riscaldante invernale in generale. La “Guerrainletto” è quella fecondatrice e la “Paceinletto” è infine quella sonnifera.

Oltre all’eliminazione della pastasciutta, considerata colpevole di ingenerare «fiacchezza, pessimismo, inattività nostalgica e neutralismo», il Manifesto esortava all’abolizione della forchetta e del coltello e dei condimenti tradizionali. Puntava alla creazione dei cosiddetti “bocconi simultaneisti e cangianti” e invitava a inventare nuovi sapori che fossero accompagnati da musica ed essenze profumate, quasi a far divenire il pasto un evento.

Tra le ricette della cucina futurista ve ne propongo una che mi è parsa assolutamente innovativa se non astrusa per quei tempi, ed incredibilmente attuale oggi: il Risotto futurista all’alchechengi, o alchechingio come dicevano allora.

Ingredienti per quattro persone: mezzo chilo di alchechengi, 350g di riso, 80g di parmigiano grattugiato, brodo di verdura leggero, prezzemolo, scalogno, olio EVO, sale.

Procedete in questo modo: mondate gli alchechengi; tenetene da parte qualcuno e tagliate gli altri a pezzetti e pestateli poi in un mortaio fino a spappolarli. Filtrateli schiacciandoli in un setaccio, sopra una ciotola, in modo da ricavare quanto più succo possibile; tritate la polpa rimasta ottenendo un battuto. Affettate finemente uno scalogno e fatelo appassire in una casseruola con un filo d’olio, poi unite il riso e tostatelo per 2-3 minuti, quindi aggiungete metà del succo di alchechengi e metà del battuto. Portate a cottura aggiungendo poco brodo alla volta. Mantecate poi con il succo e il battuto di alchechengi rimasti e il grana, aggiustando di sale. Infine servite, decorando il piatto con del prezzemolo tritato e gli alchechengi rimasti tagliati a spicchi.

Così è commentato il piatto in calce alla ricetta: “Questo risotto è antitradizionale perché l’alchechingio è un frutto quasi fuori quadro. E’ sintetico perché gli 8 granelli racchiusi nel bulbo aspretto sono come le “Marinettiane” 8 anime in una bomba; perché l’alchechingio è alato d’ali di buon tessuto come l’aeroplano, ali che si buttano via; ed allora somigliano a un paracadute; ed è velocissimamente digeribile come tutto ciò che appartiene alla fucina (volevo dire cucina) futurista.”

Buon appetito e a risentirci la settimana prossima!

 

@Convivium_RB

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