Samuele Bersani “L’oroscopo speciale” (2000)

Samuele Bersani “L’oroscopo speciale” (2000)

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Disco scelto e commentato da Valeria Dalcore, giornalista e presidente di Radiobase

Ascolta il Disco Base della settimana

1. SAMUELE BERSANI "Il Pescatore Di Asterischi"
2. SAMUELE BERSANI "Non Portarmi Via Il Nome"
3. SAMUELE BERSANI "Chiedimi se sono felice"
4. SAMUELE BERSANI "Isola"
5. SAMUELE BERSANI "Replay"

Autore di profonda sensibilità melodica e tocco raffinato, Bersani ha saputo imporsi con relativa rapidità nel panorama cantautorale italiano. Merito di un linguaggio vivace, capace di raccontare con gusto ermetico un ineffabile microcosmo privato, mescolando acutezza poetica e spietata analisi sentimentale
Tra i tanti (cant)autori italiani nati a cavallo tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio del decennio successivo, esplosi mediaticamente parlando nel pieno dei contraddittori anni Novanta e approdati poi con stile e autorevolezza innegabili fino alle soglie del nuovo millennio (e oltre), un posto di assoluta centralità spetta senz’ombra di dubbio alcuno a Samuele Bersani. Autore di profondissima sensibilità melodica e tocco raffinato, Bersani ha saputo imporsi con relativa rapidità in un panorama cantautorale italiano troppo spesso asfittico e derivativo, in virtù di un linguaggio personalissimo, vivace e assai originale, capace di raccontare con precisione e gusto ermetico un microcosmo privato (ma non solo…) popolato di intuizioni oblique e ineffabili epifanie quotidiane, mescolando con rara maestria spietata analisi sentimentale e guizzante acutezza poetica.
Nato nel 1970 in una famiglia di Cattolica, Samuele Bersani manifesta un interesse precoce per la musica, incoraggiato dal fertile humus dell’ambiente domestico. Dopo un’iniziale gavetta fatta di concorsi e di una militanza frammentaria in gruppi e gruppetti (post)adolescenziali, Bersani si fa notare dal futuro mentore Lucio Dalla (insieme confezioneranno la hit “Canzone”), che nel 1991 lo fa esibire in apertura del suo coevo “Cambio tour” in giro per lo Stivale. È in questo contesto che il giovane autore riminese esegue “Il Mostro”, un microracconto intriso di solitudine lacrimevole e drammatica incomunicabilità, una sorta di apostrofo scuro tra Riccardo Cocciante ed “Elephant Man”, incentrato sulle vicende di un mostro peloso a sei zampe, inseguito da scienziati e giornalisti morbosi e poi brutalmente ucciso.
Disco molto compatto e coeso, stilisticamente piùomogeneo e centrato rispetto ai suoi tre predecessori, L’Oroscopo Speciale presenta un lavoro di ricerca lessicale come al solito ricchissimo di incastri, combinazioni e vivaci calembour dal tono semiserio e surreale, proiettati però sullo sfondo di un’autoanalisi interiore dal passo serrato, aggrovigliata in un labirinto di ricordi smangiati, strane simbologie e arditissimi riferimenti autobiografici. “Il Pescatore Di Asterischi” poggia su uno dei testi più belli e riusciti di Bersani, ma la dolce levità degli arrangiamenti, impregnati di aromi e calde luci mediterranee, denota una crescita cospicua anche e soprattutto sul piano compositivo, che ben si riflette nella ricercatezza melodica delle soluzioni stilistiche adottate con ingegno ed eleganza in splendide canzoni come “L’Oroscopo Speciale”, “Non Portarmi Via Il Nome”, “Luned” o “Senza titoli”, sempre più saldamente innestate nella fertilissima tradizione di Tenco, Paoli, Endrigo (ma anche Battisti, Concato, Fossati e De Gregori), qui riportata a respirare nuova vibrante vita poetica.
Lo sguardo mobile e arrossato di Bersani si getta così a peso morto su un mondo indecifrabile e fluttuante, tentando di ricostruire la propria storia individuale sparpagliata disordinatamente nel tempo trascorso, incollando frammenti di immagini sbriciolate e piccole schegge di vita vissuta, che si perdono tra finzione e sogno insensato (“Il Fossile”). E’ con questo disco (il più violentemente personale della sua intera carriera) che Bersani attraversa il piccolo inferno privato dei propri fallimenti amorosi, congiungendo i punti di un’esistenza ancora indecisa con una linea contorta di parole che sembrano sempre voler dire al tempo stesso di più e di meno di quello che dicono.
Sempre nel 2000 arriva un altro incarico importante, la colonna sonora del film di Aldo, Giovanni e Giacomo, “Chiedimi Se Sono Felice”, basata su alcune delle canzoni più conosciute dello stesso Bersani, che sempre per l’occasione incide l’omonimo brano (poi incluso nella seconda edizione del 2001 de L’Oroscopo Speciale).

ondarock

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Oltre a vicepresiedere come si conviene a un vicepresidente, ci guarda dall'alto dei suoi 192 cm. La foto non tragga in inganno.