Il “Do ut des” del Referendum Lombardo

Il “Do ut des” del Referendum Lombardo

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Buon martedì donato
Dopo la tornata referendaria che, come sempre, ha sancito che tutti hanno vinto anche se non hanno raggiunto i numeri dichiarati prima del voto voglio soffermarmi su una frase della Consigliera Regionale, nonché delegata del Presidente per il post terremoto, Anna Lisa Baroni di Forza Italia che dichiara testualmente: “Sono rimasta ferita perché ho visto che in comuni che hanno ricevuto tanto dalla Regione per il terremoto del 2012, i cittadini sono rimasti legati al voto ideologico.”
Detto non in poltichese, “Abbiamo dato tanto e questi non sono stati neppure riconoscenti”
In politica, come nella vita, funziona sempre il “Do ut des”: Io ti do affinché Tu dia, ma questa ,volta non ha funzionato perché il “do”, è arrivato tardi e male.
Coloro che hanno dovuto ricostruire ricordano benissimo che l’allora Presidente Formigoni, espresso dallo stesso partito della Signora Baroni, invece di andare al tavolo dove si spartivano i fondi per la ricostruzione, era alla scrivania dei propri avvocati e così, l’Emilia, si è portata a casa il 95% dei 500 milioni stanziati dallo Stato, e i terremotati mantovani a qualche centinaia di metri dall’Emilia, hanno dovuto attendere e compilare moduli che i loro dirimpettai di sventura non dovevano compilare ricostruendo, invece, più velocemente, meglio e con minori ansie burocratiche e meno circolari contraddittorie di quelle Lombarde.
Il do ut des funziona sempre, e ha funzionato anche in questo caso.
Chi ha dato tardi, pochi e male, ha ricevuto la giusta mercede.
Do ut des, è poco etico, ma tanto politico.
A risentirci, o a rileggerci, alla prossima occasione. Grazie
@robertostorti

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