ALZHEIMER

ALZHEIMER

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Di Francesca Greggio

La malattia di Alzheimer colpisce le cellule del sistema nervoso centrale ed è la più comune forma di demenza. Per demenza si intende una perdita significativa delle funzioni mentali superiori (memoria, linguaggio, intelligenza, capacità di controllo del comportamento, orientamento spaziale, attenzione ecc.) che ha ricadute sulle attività della persona determinando perdita di autonomia con un andamento progressivo nel tempo. Fino agli anni ’70 si ritenne che la malattia potesse colpire solo le persone al di sotto dei 65 anni: si parlò quindi di “demenza presenile”. Solo negli ultimi decenni si è accertato che la malattia di Alzheimer non è esclusiva dell’età presenile, ma anzi è tanto più frequente quanto più aumenta l’età.

 È caratterizzata dalla morte di cellule cerebrali (neuroni), particolarmente in quelle aree del cervello deputate alla memoria e alle altre funzioni cognitive.

La malattia di Alzheimer è nella stragrande maggioranza dei casi sporadica, cioè non ereditaria. In una piccola percentuale (meno del 5%) è invece ereditaria.

Nella malattia si verificano dei processi degenerativi con accumulo di sostanze nel cervello (beta-amiloide e proteina tau) che portano a morte i neuroni. Questi processi sono molto lenti e probabilmente iniziano molti anni prima che si manifesti la demenza.

Le tipiche lesioni dell’Alzheimer iniziano a svilupparsi nel cervello già 10-20 anni prima della comparsa dei primi sintomi (la fase pre-sintomatica della malattia). Solo quando la lesione neuronale si evolve e la riserva cognitiva aumenta, i sintomi iniziano a manifestarsi. Nei primi stadi, la malattia provoca solo sintomi minori, come una lieve confusione mentale, difficoltà a trovare le parole giuste e a ricordare eventi recenti. La progressione della malattia porta a una totale perdita dell’autonomia del paziente: incapacità a ricordare e a riconoscere persone, oggetti, luoghi, ecc. La distruzione dei neuroni nel cervello è causata da un accumulo anomalo di diversi tipi di proteine: il peptide amiloide e le proteine Tau (Tubule-Associated Unit) iperfosforilate. Le cause dell’accumulo anomalo di queste proteine nel cervello sono ancora tutt’oggi sconosciute.

Progetto COalCO
Alternanza Scuola Lavoro

FONTI:
www.my-personaltrainer.it
www.alz.org

IMMAGINE: https://newsnetwork.mayoclinic.org

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