Casalmaggiore: trattare i ponte come fosse una frana

Casalmaggiore: trattare i ponte come fosse una frana

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Buon mercoledì risolvente

Sono passati 531 giorni da quel 7 settembre 2017 in cui, grazie a un contadino che ha alzato gli occhi verso il ponte che lo sovrastava, e vedendo che era ammalorato, a Casalmaggiore si é chiuso il transito sul PO, a ogni tipo di traffico.

I pendolari dell’area casalasco viadanese si sono dovuti sorbire dei giri dell’oca per andare e tornare dal lavoro quando sarebbe bastato attuare quello che ora alcuni propongono: permettere il passaggio a pedoni o ciclisti che non pesano certo come i TIR o le auto.

Come succede per le frane, quando isolano un paese montano, si organizzano servizi di trasporto per i cittadini che arrivano sino a monte della frana, si passa a piedi dall’altra parte, si sale sull’autobus a valle e si va dove di deve andare.

Bastava applicare questa modalità e si sarebbero risparmiati ettolitri di carburante, tonnellate di CO2 e tante ore di viaggi.

Ora, con i lavori in corso, sarà un po’ più difficile mettere in atto questa semplice modalità che si spera venga comunque adottata, anche se con con più di un anno di ritardo.

A volte sono le cose semplici che risolvono; basta guardare, con un po’ di fantasia, la situazione.

A rileggerci, o a risentirci, alla prossima occasione. Grazie

@robertostorti

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