Tracciabilità della filiera

Tracciabilità della filiera

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Buon lunedì tracciabile

Si sono conclusi a Mantova i tre giorni dedicati alla scienza e al cibo.

Una giornalista americana, Premio Pulitzer, che é come un marchio di garanzia, ha smontato il mito che il cibo di un tempo fosse più sano di quello attuale.

Si riferiva ovviamente al cibo industriale, non certo al maiale del nonno che sapeva bene cosa aveva dato da mangiare a galline, galli, capponi e appunto al maiale.

Il mito che il passato sia sempre stato migliore é giusto smontarlo, perché tendiamo a tenerci i ricordi belli e cancellare i brutti, che é ciò che di meno corretto esista.

La lotta per una etichettatura seria sui cibi, iniziata nel primo 900, cibi che ormai sono prevalentemente industriali, non é ancora compiutamente finita perché, ad esempio, sapere da dove proviene una certa coscia di maiale che poi, stagionata da qualche parte d’Italia, vocata alla stagionatura, diventerà un prosciutto di quella zona, non l’abbiamo ancora raggiunto.

Noi consumatori, oltre a pretendere sempre più informazioni, però, poi dobbiamo leggerle, le etichette, altrimenti fanno bene a rifilarci merendine piene di aria e poco latte, e di grassi idrogenati che se potessimo vedere come nella fetta di prosciutto, ripuliremmo, rifilandola, scientificamente.

A risentirci, o a rileggerci, alla prossima occasione. Grazie.

@robertostorti

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