La piuma d’oca e la cornacchia

La piuma d’oca e la cornacchia

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Ben ritrovati cari amici, dato che mi sembra abbiate gradito il tono leggero della storia precedente cercherò di rischiarare un po’ questi tempi bui con l’avventura di una sprovveduta piuma d’oca:

C’era una volta una piuma d’oca. Era una bella piuma che si gonfiava in mezzo a centinaia di altre piume sopra una bella oca grassa, bianca e lucente, in una fattoria.

La nostra piuma però non era contenta che tutti dicessero “Oh, che belle piume d’oca!” perché si sentiva stupida. Così, alla prima occasione, in un momento in cui l’oca si scuoteva violentemente le penne, si staccò e si infilò in un soffio d’aria.

Svolazzò per lungo tempo su e giù, dondolandosi beatamente finché la brezza la fece posare su un laghetto vicino. “Che bellezza! – si disse la piuma – avevo proprio voglia di un bagno”. Cominciò a diguazzare felice finché si arenò in un punto, vicino alla riva, dove galleggiava una disgustosa schiumetta giallastra.

La povera piuma si sentiva soffocare e più si agitava più affondava.

Fortunatamente passò di lì una cornacchia che, impietosita, la raccolse col becco e la portò di nuovo in aria: “Nessuno ti ha messo in guardia contro l’inquinamento, piccola oca?”, gracchiò la cornacchia, lasciandola andare.

La piuma, un po’ mortificata (anche perché odiava sentirsi dare dell’oca), si abbandonò di nuovo contenta al vento … Sorpassò le case e i cortili della fattoria, salutò festosa le sue sorelle piume e volò sempre più in alto. Ormai si sentiva libera e felice: accarezzava le foglie degli alberi e saliva, spolverava i muri della chiesa, salutava i tetti e di lassù guardava con superiorità le oche che stavano di sotto, aggirandosi scioccamente e rincorrendosi tra loro, cariche di inutili sorelle piume.

Ad un certo punto però l’azzurro attorno a lei sembrò sparire: era avvolta da una specie di fumo puzzolente e grigiastro che usciva da una ciminiera altissima a cui la piumetta pericolosamente e inevitabilmente si stava avvicinando.

La piuma tossiva e si scuoteva, cercando di liberarsi ma il fumo la avvolgeva e un turbine la spingeva verso la bocca della torre …

La piuma si sentì perduta e ormai già si vedeva sprofondare all’interno della ciminiera quando sentì un familiare e delizioso gracchiare dietro di sé: ancora un attimo e si ritrovò nel becco dell’amata e bisbetica cornacchia di prima. “Che cosa ti ho appena detto, stupidissima creatura?” – sbraitò la cornacchia portandola fuori dal fumo – “Credevi di poter svolazzare allegramente senza trovarti nei pericoli? Non immagini che cosa esca da quelle orrende ciminiere che spuntano in tutto il paese?”

La povera piuma, più morta che viva, poté a malapena dire “Grazie, cornacchia, riportami dalla mia oca: è là che tutto sommato preferisco stare! Meglio essere stupida che avvelenata o morta!”.

La cornacchia sorrise sotto i baffi (non era una cornacchia particolarmente femminile) e gentilmente eseguì.

Finito? Mah, c’è sempre un’altra storia, quindi: a presto e Grazie

@mariavittoriagrassi

 

#fotoNONmie Immagini di repertorio

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