Sistema appalti da riformare

Sistema appalti da riformare

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Buon lunedì appaltante

Non esiste appalto assegnato che non abbia un ricorso da parte da chi si sente escluso e, i tempi di assegnazione, conseguentemente, si allungano, come minimo, di anni.

Il ponte di San Benedetto Po e il manager mantovano dell’ATM milanese, corrotto, sono solo gli ultimi due esempi di sistemi appaltanti che invocano una riforma.

Non è possibile che, come nel caso del ponte, prima la liquidità mancante della ditta vincente, poi il contenzioso con la stazione appaltante, tengano isolato un paese più del minimo indispensabile per lavori che dovevano essere già terminati da un bel po’, così come non è possibile, che un funzionario delle linee metropolitane di Milano abbia così ampia discrezione da riuscire a far nascondere scambi rotti o accettare cavi non a norma e altre amenità simili.

Riscrivere la legge sugli appalti diventa necessario così come richiedere, ad esempio, una fidejussione a chi intende ricorrere per coprire l’eventuale danno del ritardo alla assegnazione e ai lavori.

Anche il sistema al massimo ribasso, non può essere l’unico o il principale criterio, perché, da sempre, “chi meno spende, più spende”.

A risentirci o a rileggerci, alla prossima occasione. Grazie

@robertostorti

#fotoNONmie Immagini di repertorio

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