Sapere da dove arriva ciò che ingeriamo

Sapere da dove arriva ciò che ingeriamo

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Buon venerdì indicante

Di fronte a una fetta di prosciutto o di salame o di culatello o di mortadella, impossibile sapere da dove viene.

Sino a ieri, nemmeno di fronte al salame intero o al prosciutto intero era possibile saperlo; finalmente l’Unione Europea ha autorizzato il nostro paese a inserire l’etichetta del Made in Itlay.

Sapere l’origine di quanto ingeriamo, non è secondario; vale per frutta, verdura e, ovviamente anche per la carne e i salumi.

Seguire la filiera ora è molto più facile e meno costoso di un tempo, per cui richiedere, come consumatori, di sapere il “nostro giusto”, è un esercizio che va costantemente applicato.

Un conto è gustare un prosciutto che segue i protocolli del Parma o del San Daniele o di altri prodotti che hanno tradizioni secolari, un altro conto è mangiare carne, nemmeno ben stagionata, inventata per ingannare il mercato.

E non vale solo per le carni, anche il pane prodotto in romania, presente in molti punti vendita, è bene sapere che è tale e non del forno dietro casa.

Poi uno è libero di ingerire ciò che più gli aggrada o che pensa gli convenga.

A risentirci, o a rileggerci, alla prossima occasione. Grazie

@robertostorti

#fotoNONmie Immagini di repertorio

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