Impugnata la legge lombarda sulla caccia

Impugnata la legge lombarda sulla caccia

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Buon domenica disarmata

Le lobby delle armi e delle associazioni dei cacciatori sono particolarmente agguerrite in Lombardia, sede di molte fabbriche di armi, di proiettili e di mine antiuomo ma anche di cacciatori.

Nell’ultima tornata elettorale sono riuscite, le lobby, a far eleggere una loro rappresentante mantovana, in un collegio bergamasco.

La Lombardia ha una legge venatoria che, dopo le ultime modifiche, è in contrasto palese con le indicazioni nazionali a cui deve sottostare.

Il Governo ha impugnato la legge perché, ad esempio, consente di non dover annotare subito il capo abbattuto sul tesserino venatorio, eludendo, di fatto, la possibilità di controllo da parte delle rare guardie venatorie.

Ma non è l’unico punto di contrasto, ce ne sono altri, introdotti al solo scopo di favorire i cacciatori come quello di permettere che lo stesso soggetto cacciante, possa indifferentemente passare da una postazione fissa con richiami, anche vivi, a alla caccia in forma vagante, oppure alla distanza obbligatoria da mantenere tra fucili sparanti e abitazioni e luoghi di lavoro.

E’ una favola far credere che il Governo non vuole che si caccino gli ungulati che danneggiano le colture, i motivi di incostituzionalità sono quelli indicati.

A quando una legge che acconsenta la caccia solo se a parità di armi tra il cacciato e il cacciante?

A risentirci, o a rileggerci, alla prossima occasione. Grazie

@robertostorti

#fotoNONmie tratte dalla rete. Immagini di repertorio.

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