Rimónta con la şónta

Rimónta con la şónta

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la partita vista da Ciffo

”La şónta” (l’aggiunta) era quel pezzetto in più che noi ragazzi chiedevamo al “patonaro” quando gli compravamo una fetta di “patona” (torta di farina di castagne); una specie di regalo che lui ci dava sempre. È quello che è successo al Mantova, che, sotto di due gol col Trento dopo 10 minuti, ha sì cercato di rimontare, ma c’è riuscito del tutto solo grazie al regalo (la şónta) di un autogol del Trento all’82’. Pareggio giusto? I due mister s’accontentano, ma ognuno di loro dice che la sua squadra avrebbe meritato di vincere. Sintesi stringata per passare subito ai disegni (i şœga ogni tri dì! … giocano ogni tre giorni).

7’. Corner (secondo mister Lauro “regalato”) del Trento, tutti sul primo palo tranne il numero 7 Caporali, che, lasciato liberissimo davanti alla porta, calcia al volo: palla sotto la traversa, quindi sulla schiena di Tosi e quindi in rete. (clicca sul disegno per ingrandirlo)

10’.  Contropiede Trento e Pasquato segna il 2-0. (clicca sul disegno per ingrandirlo) 

Il Mantova reagisce e al 36’ Piovanello sinistreggia da fuori, sulla respinta del portiere Guccione è svelto a ribattere (di destro) ma purtroppo non in porta. (clicca sul disegno per ingrandirlo) 

Si ripeterà col destro due minuti dopo e con lo stesso risultato. L’è mèi ch’al drœva al sinistar.

Il nostro gol al 45’: su corner di Piovanello, gran capocciata di Milillo e palla nell’angolillo. (clicca sul disegno per ingrandirlo) 

Nella ripresa  tra un’interruzione e l’altra (falli, ammonizioni, espulsioni, proteste, sostituzioni e compagnia bella) si sarà giocato un quarto d’ora, ma all’82’ èccoti ”la şónta”: punizione di Bertini, palla dove non ci sono biancorossi ma solo trentini, e tal Barbuti ci regala il 2-2. (clicca sul disegno per ingrandirlo)

Nel tempo che manca e col recupero di 5 minuti, in 11 contro 9 (due trentini espulsi) si potrebbe anche vincere, ma credo sia stato giusto finire sul 2-2 (“i ochìne a l’albi” dicevamo giocando a tombola quando usciva il 22: le ochette all’abbeveratoio).

 

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