L’angioletto disobbediente

L’angioletto disobbediente

Condividi

 

C’era una volta un angioletto disobbediente.

Sì perché anche nelle famiglie degli angeli i bambini angeli sono come tutti gli altri bambini: simpatici, disobbedienti, affettuosi, lunatici, capricciosi ecc. ecc….  Poi, quando crescono, perdono tutti i difetti e diventano, appunto, angeli, cioè completamente buoni.

Bene, questo angioletto era disobbediente, cioè gli piaceva fare di testa sua. Il suo nome era Gabriele Michele Emanuele Daniele Nataniele Dolcemiele, abbreviato in Miele.

Se mamma angelo gli raccomandava: “Stai fermo su quella nuvola, che puoi cadere sulla terra!” si poteva essere sicuri che Miele si metteva a saltellare da una nuvoletta all’altra, magari con un piede solo e senza usare le ali, restando pericolosamente appeso a una nuvola, quasi pronto a precipitare.

Miele aveva un altro fratello più grande, Michele, Raffaele Ezechiele Nientemiele che era un po’ dispettoso e si sentiva in dovere – perché era il fratello maggiore – di comandare un po’.

Dunque il nostro Miele, che già sbuffava per i controlli dei suoi genitori e non sopportava proprio di dover ubbidire, un giorno d’inverno, come al solito, si alzò dalla sua nuvoletta azzurra, si lavò i denti con un fiocco di neve, si pettinò con la zampetta di un uccellino di passaggio e si vestì con qualche straccetto di nube rimasta a vagare in cielo, poi si sporse a guardare giù, verso la terra. E vide una fila di luci colorate dappertutto, strade bianche di neve, gente che camminava, chiese illuminate …

“Non sporgerti, scemo – gli gridò poco cortesemente Ezechiele Nientemiele, che ancora si stiracchiava nella sua nuvola a castello: guarda che cadi di sotto!!”

“Io guardo quanto mi pare – rispose seccato Miele – c’è qualcosa di insolito sulla terra e me lo voglio godere tutt…!!!”

Non finì la frase perché era già precipitato giù dalla nuvola e penzolava pericolosamente attaccato a una stellina di passaggio. Subito, alle grida di Miele e Nientemiele, accorsero tutti gli angeli del vicinato. “Cadrà su un campanile e perderà le ali!”, gridava la mamma. “Si impiglierà in un albero e dovrò scendere a sculacciarlo!” minacciava il papà.

Ci fu insomma una gran confusione angelica: Mammamiele si disperava, Papamiele borbottava, Nientemiele strillava, gli angeli del vicinato pensarono di intonare un coro: “Anche un candido angioletto/ se non ha un po’ di rispetto/ ti diventa un diavoletto!”.

Ma improvvisamente comparve una grande luce, che si fece strada attraverso le nuvole colorandole di rosa, di azzurro e d’oro: “Vi siete dimenticati che è la vigilia di Natale!?”  cantò, passando, in tutto il suo splendore, la stella Cometa … E scendendo elegante verso la Capanna di Betlemme raccolse Miele sopra la sua coda e lo adagiò, dolcemente, sul tetto di paglia della capanna, proprio sopra il bue e l’asinello.

Dalle loro nuvole tutti gli angeli si sporsero contenti a guardare. “Com’è bello il nostro Miele che fa la guardia al Bambino!” dicevano commossi i genitori, e persino Senzamiele, ma di nascosto, era emozionato..

Ma ormai era la notte di Natale ed era tempo per gli angeli, come per noi, di stare in silenzio e aspettare … Che cosa?

Tutto quello che si può sperare di meglio, anche che Miele, attaccandosi di nuovo alla cometa, risalga poi alla sua nuvola.

E se dopo la notte di Natale vediamo una lucina alzarsi verso l’alto, sopra i tetti, verso il cielo, salutiamo Miele, l’angioletto disobbediente, che torna a casa felice per la sua straordinaria esperienza.

E da Maria Vittoria Grassi ai piccoli e ai grandi, sia belli che brutti

un sereno Natale e un Buon Anno A TUTTI!!!!!

Immagini non mie tratte dalla rete

Condividi