Tracy Chapman “Tracy Chapman” (1988)

Tracy Chapman “Tracy Chapman” (1988)

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Tracy Chapman
“Tracy Chapman”, 1988 (Elektra)
Folk, Folk-Rock, Afro

di Riccardo Savazzi

Tracy Chapman nasce nel marzo del 1964 a Cleveland (Ohio), in un periodo storico dove le pressioni economiche e sociali stavano esplodendo. La composizione demografica dei quartieri stava cambiando, i bianchi fuggivano nei sobborghi e i residenti afroamericani rimasti affrontavano discriminazioni abitative e scarse opportunità economiche. Le strade erano spesso oggetto di incendi dolosi ed una serie di rivolte e di scioperi paralizzavano quartieri e distretti scolastici.
Ancora adolescente Tracy, dopo aver vinto una borsa di studio, lascia Cleveland e si trasferisce nel Connecticut, dove prosegue i suoi studi superiori frequentando una scuola privata progressista.
È qui che in lei prendono vita quelle idee di pacifismo, opposizione al nucleare, difesa delle minoranze come donne, bambini e persone di colore, che si rifletteranno nei suoi lavori.
L’album d’esordio “Tracy Chapman”, composto da 11 canzoni, è prevalentemente acustico, con voce e chitarra della Chapman in netta evidenza; in copertina è ritratto il volto preoccupato di Tracy mentre nella retrocopertina la cantautrice sfoggia un bel sorriso.
L’album si apre con l’inconfondibile giro di chitarra di ‘Talkin’ Bout A Revolution’ (scritta dalla Chapman nel 1982 a soli 18 anni), dove la voce soffice, ma incisiva, di Tracy canta della speranza di cambiamento che attraversa la povera gente, della rivoluzione di classe che può e deve partire dal basso, quasi in silenzio (“non lo sai – stanno parlando di una rivoluzione – sembra un sussurro – mentre fanno la coda per il sussidio – piangendo alla porta degli eserciti della salvezza”), per poi crescere d’intensità, perché in un futuro non troppo lontano la povera gente cambierà lo stato delle cose (“la povera gente si ribellerà – si riprenderà la sua parte – la povera gente si ribellerà – e si prenderà ciò che le appartiene”) – (“finalmente la situazione si capovolgerà – parlando di rivoluzione”).
Si prosegue con ‘Fast Car’, in cui Tracy racconta le difficoltà della sua infanzia/adolescenza, tra povertà e problemi familiari (“tua hai una macchina veloce – io voglio un biglietto per andarmene – forse possiamo fare un affare – forse insieme possiamo andare da qualche parte”) – (“sono riuscita a mettere via qualche soldo – non dovremo guidare molto – giusto attraversare la frontiera ed entrare in città”) – (“vedi, il mio vecchio ha un problema – vive attaccato alla bottiglia”) – (“dobbiamo prendere una decisione – partiamo questa notte o viviamo e moriamo così”).
Nel terzo brano, ‘Across The Lines’, si affrontano, in maniera netta e chiara, le divisioni e le lotte annose tra i bianchi ed i neri in America.
Con voce profonda la Chapman grida il suo orgoglio di essere afroamericana e paladina dei diritti dei neri d’America (“oltre la linea – chi avrebbe il coraggio di andare – sotto il ponte – oltre le barriere – che separano i bianchi dai neri”) – (“scegli con chi stare – o corri per la vita – stanotte iniziano gli scontri – nei ghetti dell’America”).
Il brano che segue, ‘Behind The Wall’, è cantato a cappella, ed evidenzia la violenza domestica quotidiana che si consuma nei confronti delle donne e critica, in maniera netta, il comportamento della Polizia (“ieri notte ho sentito urlare – delle forti grida dietro il muro – un’altra notte insonne per me – non serve a niente chiamare la polizia – arrivano sempre troppo tardi – se arrivano – e quando vengono – dicono che non possono interferire – nelle vicende domestiche – tra un uomo e sua moglie”).
Il lato A si chiude con una malinconica e toccante canzone d’amore ‘Baby Can I Hold You(“forse se ti dicessi le parole giuste – al momento giusto saresti mia – ti amo – è tutto quello che non sai dire – passano gli anni e ancora – non vengono quelle parole”).
Il lato B si apre con la traccia ‘Mountains O’ Things’ dove si affronta il tema della disparità tra ricchi e poveri. L’autrice immagina, per una volta, di avere tutti i benefici ed i privilegi appartenenti ai ricchi, (“avere una grossa auto – trascinare le mie pellicce per terra – avere una cameriera a cui dire – di portarmi tutto – mi guarderanno tutti con invidia ed ingordigia – io mi sentirò beata”) ma alla fine della canzone si accorge che sta solo sognando (“io starò sognando, sognando, sognando…”).
In ‘She’s Got Her Ticket’, brano molto ritmato con batteria e chitarra elettrica in evidenza, si ripresenta il desiderio di fuggire da un mondo fatto di corruzione ed ingordigia (“perché non partire perché – non andare via – troppo odio – corruzione ed ingordigia – dai la vita – ed in cambio ti lasciano sempre con niente”).
Con ‘Why?’, ci si interroga sulle dicotomie amore/odio, guerra/pace che ogni giorno dobbiamo affrontare (“perché i bambini muoiono di fame – quando ce n’è abbastanza per sfamare il mondo -perché se siamo così tanti – ci sono ancora persone sole”)(“perché i missili sono “guardiani della pace” – quando sono pronti ad uccidere – perché una donna non è sicura – nemmeno nella sua casa – amore è odio – guerra è pace – no è si – e siamo tutti liberi”)(“ma qualcuno dovrà rispondere – l’ora arriverà presto – tra tutte queste domande e contraddizioni – c’è qualcuno che cerca la verità”).
Le tracce finali sono un trittico dedicato all’amore ed i suoi aspetti più profondi.
For My Lover’, brano struggente che mette in evidenza tutti i sacrifici che una persona è disposta ad affrontare pur di restare vicina per tutta la vita all’amato/a (“le cose che non faremmo per amore – scalerei le montagne se dovessi – e rischierei la vita per poter avere – te, te, te…”) – (“e tutti credono che io sia la pazza – ma loro non hanno – il tuo amore”)(“seguo il mio cuore – e lascio la testa a pensare – sprofondata in questo amore – che nessuno può fermare”).
If Not Now’, all’insegna del vivere appieno ogni momento dell’amore e di saperne cogliere il meglio – il “carpe diem” dell’amore (“se non ora, quando allora – se non oggi quando – perché fai delle promesse – un amore dichiarato per i giorni che verranno – vale poco o niente”) – (“ora l’amore è la sola cosa libera – dobbiamo prenderlo dove lo troviamo – domani potrebbe costare caro”).
Il disco si chiude con ‘For You’, una stupenda dichiarazione d’amore, dove Tracy sfoggia la sua bellissima voce accompagnata solo dalla sua chitarra acustica (“non ci sono parole da dire – nessuna parola per farti capire – cosa sento nel profondo del mio cuore”)(”guardami mentre perdo il controllo – pensando di riuscire a resistere – ma con queste forti sensazioni – non sono più la padrona delle mie emozioni”).
In conclusione, per comprendere la reale portata che ha avuto quest’album in quegli anni, ecco alcuni numeri significativi: oltre 10 milioni di copie vendute solo in America, 1 Disco d’Oro, 6 Dischi di Platino e 3 Grammy Award.

Buon Ascolto.

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La musica è stata ed è la colonna sonora delle mie giornate, di studio, di lavoro e di svago. Mi piace leggere, amo in modo viscerale la montagna ed in particolare, anche se può sembrare un paradosso, il Südtirol dove, da diversi decenni, trovo rifugio nei mesi estivi.