Storia dell’omino caritatevole

Storia dell’omino caritatevole

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Le piccole storie di Maria Vittoria Grassi

C’era una volta un omino magico molto generoso e caritatevole.

La sua specialità era aiutare la gente senza che se ne accorgesse.

A vedersi era proprio un ometto insignificante: piccolo, grassottello, un po’ calvo, con gli occhiali. Portava sempre un giubbotto sformato pieno di tasche, sia in estate che in inverno, da cui poteva estrarre qualsiasi tipo di aiuto.

Se incontrava una persona dall’aria un po’ malinconica cavava di tasca una bella boccetta di allegria, se vedeva uno correre per strada, tutto affannato, gli metteva indietro l’orologio perché si tranquillizzasse. Un bambino guardava desideroso un dolce in una vetrina? Detto fatto la pasticcera (anche se era di solito feroce e aveva i baffi) si accorgeva di lui e sentiva l’irresistibile impulso di offrirglielo con un sorriso. Due stavano litigando? Due gocce di Pace ed ecco che, improvvisamente, si abbracciavano e andavano a bersi insieme un aperitivo al bar.

La giornata dell’omino magico procedeva sempre così: cominciava la mattina a passeggiare per strade e piazze, accontentava – senza mai farsi notare – un bel po’ di persone e la sera, misteriosamente, spariva.

Ogni tanto cambiava città o paese e ricominciava i suoi giri di beneficenza.

Certo, anche lui combinava a volte qualche pasticcio: tirava fuori per la fretta sentimenti sbagliati o in eccesso: e allora succedeva di vedere per strada una persona che rideva e piangeva contemporaneamente senza sapere perché, oppure qualcuno che, improvvisamente, preso da sfrenata allegria, abbracciava un vigile ballando sul marciapiede.

Complessivamente, comunque, le persone aiutate erano tante e l’omino magico era contento di sé.

Capitò però un giorno che l’omino arrivò in un paese in guerra: qui un soldato lo aggredì e, dopo averlo maltrattato, gli rubò il giubbotto e lo indossò. Immediatamente dalle tasche uscirono a valanga bottigliette di ogni dimensione e colore che galleggiarono in aria, disperdendo a caso pace, gioia, risate, consolazione, speranze, desideri, gesti di generosità, di cortesia, di amore … Purtroppo tutte si dissolsero al vento, tra le foglie degli alberi e le macerie delle case. Anche l’omino, purtroppo, sparì… Speriamo che stia riempiendo di nuovo, da qualche parte, le sue tasche di interventi miracolosi e che torni a restituire a chi ne ha bisogno qualche sorriso in più!

I più affettuosi auguri pasquali a tutti da Vittoria

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