L’obbedienza (ai partiti) non è più una virtù

L’obbedienza (ai partiti) non è più una virtù

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Buon lunedì riflettente

Sia le elezioni amministrative di ieri, sia i referendum proposti agli elettori hanno fotografato la situazione politica nel nostro paese.

I cittadini non obbediscono più ai partiti e non vanno a votare i referendum, nemmeno gli elettori dei partiti che li hanno promossi e appoggiati.

Dall’altra parte, nelle comunali locali, non solo, in tre comuni non c’erano abbastanza candidati al punto che i cittadini hanno trovato sulla scheda solo una lista, ma anche chi ne aveva almeno due, ha deciso, a maggioranza, di non andare a votare.

Non si obbedisce più ai partiti, e di questo, proprio i partiti, si dovrebbero preoccupare, recuperando il loro fondamentale, in democrazia, ruolo, di collettori di interessi e bisogni.

Negandoci di esprimerci su questioni come il Fine Vita, ad esempio, e chiedendoci di esprimerci invece sulla loro incapacità di legiferare su temi tecnici come quelli della giustizia, hanno solo perseguito i loro e non i nostri interessi, e la risposta è arrivata, sonoramente puntuale.

A risentirci, o a rileggerci, alla prossima occasione. Grazie

@robertostorti

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